Su riclassificazione e aumenti contrattuali il Governo ha gettato la maschera! Rispondiamo proclamando lo sciopero delle mansioni

Palermo, 15 giugno 2023
L’ennesimo tentativo, perseguito anche da questo governo, di erodere la dignità la libertà e il diritto ai lavoratori regionali di invocare il proprio diritto al riconoscimento delle mansioni effettivamente svolte presso le proprie sedi di servizio è stato definitivamente smascherato.
ANCHE QUESTO GOVERNO HA GETTATO LA MASCHERA: ci è stato detto che la riclassificazione non si può fare per motivi economici e non meglio precisate motivazioni giuridiche.
Dopo che il COBAS-CODIR ha sospeso, con spirito costruttivo, la manifestazione di sit-in indetta per il 24 maggio e dopo una serie di vane attese su determinati risvolti indispensabili al rinnovamento complessivo della macchina amministrativa, dobbiamo quindi registrare il fallimento di ogni ipotesi tesa al riconoscimento dei diritti del lavoratori sia giuridici che economici.
EVIDENTEMENTE ANCHE A QUESTO GOVERNO STANNO BENE LE COSE COME STANNO: EROGARE RISIBILI AUMENTI (INFERIORI A QUELLI DEGLI STATALI) E CONTINUARE LO SFRUTTAMENTO METODICO DELLE MANSIONI SUPERIORI SVOLTE IN NERO E A COSTO ZERO DA ALMENO IL 95% DEL PERSONALE DEL COMPARTO NON DIRIGENZIALE.
Tutto ciò non è più tollerabile! È giunto il momento di agire inasprendo le azioni di lotta sindacale che, oramai, non possono più limitarsi a una sola manifestazione di piazza. Dobbiamo porre in essere iniziative di lotta sostenibili e incisive e che, soprattutto, non gravino sulle tasche dei lavoratori come avverrebbe nel caso della proclamazione di uno sciopero a oltranza oppure nella proclamazione di uno sciopero bianco che sarebbe illegale ed esporrebbe i lavoratori a denunce anche di carattere penale.
OCCORRE DIMOSTRARE ALL’OPINIONE PUBBLICA CHE SENZA RICLASSIFICAZIONE E SENZA DIGNITÀ ECONOMICA LA MACCHINA AMMINISTRATIVA NON PUÒ PIÙ FUNZIONARE E SI PARALIZZA SE TUTTI I LAVORATORI SI DOVESSERO ATTENERE ALLE PROPRIE MANSIONI.
Questa è una forma di lotta e di protesta perfettamente legittima e in regola con la legge: è una forma di lotta che ci consentirà di raggiungere il massimo dei risultati senza fare perdere ai lavoratori un solo giorno di paga e senza esporsi a ritorsioni di alcun tipo visto che, in tutto e per tutto, saranno tutelati da una completa copertura sindacale anche perché svolgerebbero solo le mansioni dovute.
Lavoreremo per organizzare lo sciopero delle mansioni in tutti gli uffici siciliani per un periodo di 15 giorni per dimostrare la veridicità delle nostre tesi contro le quali anche questo governo ha scelto di essere sordo. Aderire a questa forma di lotta servirà quindi per dimostrare la legittimità della rivendicazione dei lavoratori.
Annunciamo quindi questa iniziativa di lotta, lo “sciopero delle mansioni superiori” per cui con successiva comunicazione indicheremo a breve le modalità e i tempi di realizzazione.

Pensioni e aspettativa di vita: in pensione a 67 anni anche nel 2025 e nel 2026

Tratto da PMI.it

Gli adeguamenti alle aspettative di vita per la pensione anticipata sono bloccati per legge fino al 31 dicembre 2026, mentre per la pensione di vecchiaia le ultime stime INPS a riguardo non prevedono ancora per il biennio 2025-2026 nuovi scatti per l’età pensionabile, anche se per legge sono previsti in caso di aggiornamento Istat delle medie di riferimento.


Requisiti di età per la pensione anticipata

Secondo il decreto legge 4/2019, articolo 17, «non trovano applicazione dal 1° gennaio 2019 e fino al 31 dicembre 2026» gli adeguamenti alle aspettative di vita per tutte le forme di pensione anticipata (che, in via ordinaria, scattano invece ogni due anni). Coloro che maturano un diritto a pensione fino a quando sono bloccati gli scatti, di contro, «conseguono il diritto alla decorrenza del trattamento pensionistico trascorsi tre mesi dalla data di maturazione dei requisiti stessi».

Requisiti di età per la pensione di vecchiaia dal 2025

Diverso il discorso per la pensione di vecchiaia. Alla luce della Circolare INPS 28/2022, dal 1° gennaio 2025 è previsto che il requisito anagrafico dei 67 anni si adegui alle speranze di vita ai sensi della Legge Fornero.

Nel biennio 2023-2024 il Covid ha frenato il progressivo aumento, annullando di fatto il previsto scatto del 2023 (che si sarebbe dovuto calcolare come media della differenza della speranza di vita a 65 anni del 2019 rispetto al 2017 e della differenza 2020/2018).

Con il Messaggio n. 1599/2022, l’INPS ha stimato che, per il 2025-26, il requisito anagrafico di accesso alla pensione di vecchiaia resterà ancora fermo a 67 anni mentre, nel biennio 2027-28, dovrebbe scattare un incremento di 2 mesi.

Per avere certezze è necessario attendere le prossime proiezioni Istat. Il prossimo scatto, ad ogni modo, pur se dovesse ricadere nel biennio in questione, non sarà superiore a 2-3 mesi rispetto agli attuali 67 anni.