Elezioni in Sicilia: i numeri di una Regione dissestata. Chi vincerà avrà una gatta da pelare a cui serve una cura lacrime e sangue

Scrive Carlo Terzano su Lettera43: Una terra che galleggia sui debiti, ha il più alto numero di enti locali in bancarotta e presenta spese fuori controllo. Avrebbe quindi bisogno di governanti disposti a intavolare una politica “lacrime e sangue”, ma il clima da stadio che si è creato attorno alle elezioni non sembra promettere bene.

Breve commento

Se questa è la dura realtà dei numeri con quale faccia tosta i politici continuano a fare promesse?

Dal Ponte al casinò Silvio promette tutto

Repubblica del 3 novembre 2017

Scrive Carmelo Lopapa su Repubblica: Silvio infiamma la platea con una escalation di promesse degne del miglior Cetto Laqualunque.

Parte da un classicissimo: “Se vinceremo faremo finalmente il Ponte sullo Stretto”, applausi.

“Faremo il casinò a Taormina”, cori e bandiere che sventolano.

“Raddoppieremo la linea ferroviaria Palermo-Messina”, siiiii, urlano.

“Vi regaleremo un piano Marshall per portare 2-3-4 miliardi l’anno di investimenti”, tripudio.

“Biglietti scontati per gli aerei verso il Continente”, ed è lì che scatta la standing ovation.

Berlusconi e Renzi. Si combattono per collaborare?

ItaliaOggi del 17 ottobre 2017

È quanto sostiene un articolo di ItaliaOggi a firma di CESARE MAFFI.

Matteo Renzi e Silvio Berlusconi, quasi all’unisono, si sono pronunciati sulle larghe intese, dichiarandosi ostili, contrari, avversi. Non solo: hanno annunciato una campagna elettorale di contrapposizione totale, ciascuno con i propri coalizzati (silenzio assoluto sulla concreta fattibilità delle rispettive alleanze, per ora auspicate). Non sono mancati annunci di guerra totale pure nei confronti del M5s. È più che scontato che in una campagna elettorale una forza politica escluda qualsiasi futura intesa con l’avversario contro il quale si batte frontalmente. Che poi, a nuove Camere elette, si rimescolino le carte e si possa giungere ad accordi fra nemici giurati è nell’ordine delle cose.

Statali, alla scuola il conto maggiore della crisi

Il Sole 24 Ore del 30 ottobre 2017

Dal 2010 lo stipendio medio reale nella scuola ha perso il 12,4% del proprio potere d’acquisto, e quello dei tecnici dell’università ha lasciato per strada l’11,8%. Nello stesso periodo, la busta paga tipo nelle Autorità indipendenti (Antitrust, Privacy, Energia eccetera) è cresciuta del 7,6%, negli enti pubblici come l’eterno abolendo Cnel o DigitPa (oggi agenzia per l’Italia digitale) è aumentata del 7% mentre Palazzo Chigi non segna impennate, ma riesce comunque a difendersi dal carovita: e a conservare il +23,5% raggranellato prima della crisi. Insomma: nella pubblica amministrazione la cultura non paga.

Un siciliano su 4 non sa che domenica si vota

ItaliaOggi del 31 ottobre 2017

Uno su quattro non lo sa. Eppure, alle elezioni regionali della Sicilia manca meno di una settimana. Secondo un sondaggio di Demopolis, il 26% degli elettori non sa che domenica si andrà al voto. La fiducia dei siciliani nell’istituzione Regione è crollata dal 33% del 2006 al 12% di oggi. Un valore più basso di quasi 20 punti rispetto alla media nazionale. Secondo un altro sondaggio di Demopolis, su 4,6 milioni di elettori si recherebbero alle urne circa 2 milioni di siciliani, molto meno della metà degli aventi diritto.

Per i dirigenti generali della regione incarichi a 5 anni

Giornale di Sicilia del 31 ottobre 2017

A pochi giorni dalle elezioni il governo Crocetta cambia le regole per le nomine dei dirigenti generali della Regione. Una delibera di giunta della settimana scorsa prevede che nei dipartimenti più pesanti della Regione i dirigenti possano rimanere al massimo 5 anni e non più 7 come prevedevano le vecchie norme. Per effetto di questa correzione poltrone delicatissime potrebbero tornare in ballo entro qualche mese.

Crocetta esce dalle regionali e rientra da Montecitorio

ItaliaOggi del 17 ottobre 2017

Crocetta svela l’accordo con Renzi: un seggio alla camera e un posto nella segreteria del PD. È la parabola del governatore uscente della Sicilia, Rosario Crocetta, eletto nel 2012 sull’asse formato da Pd e Udc. Cinque anni dopo, alle elezioni del 5 novembre Crocetta non ci sarà. Non tenterà la corsa per il secondo mandato e non siederà neppure nel parlamento dell’isola dopo che la sua lista di riferimento è stata presentata in ritardo e, di conseguenza, esclusa. Il governatore non ha fatto troppe storie. Ha confermato il suo sostegno al candidato di Pd e Ap, Fabrizio Micari, e ha rivendicato un seggio alla Camera alle prossime politiche, oltre all’ingresso nella segreteria dei dem, frutto di un accordo con Matteo Renzi.

 

Più contratti a termine non danno diritto al posto fisso, ma ad un risarcimento in denaro

Giornale di Sicilia del 27 ottobre 2017

I dipendenti pubblici assunti attraverso una concatenazione di contratti a tempo determinato non hanno diritto al «posto fisso», ma solo ad una compensazione economica «non irrisoria» per sanare quello che resta comunque un abuso.

Così si è espresso l’avvocato generale della Corte di giustizia Ue Maciej Szpunar, sul caso di una signora che tra il 4 ottobre 2010 ed il 31 dicembre 2016 ha lavorato per il comune di Valderice sempre con contratti a tempo determinato.