Deliberazione n. 330 del 16 giugno 2022. “Contrattazione collettiva presso l’Aran Sicilia per il rinnovo del CCRL del personale del comparto non dirigenziale della Regione Siciliana per il triennio 2019-2021. Iniziative”

Più che la Delibera è da leggere con attenzione la relazione allegata dell’Aran Sicilia.


La Giunta Regionale con Deliberazione n. 330 del 16 giugno 2022 “Contrattazione collettiva presso l’Aran Sicilia per il rinnovo del CCRL del personale del comparto non dirigenziale della Regione Siciliana per il triennio 2019-2021. Iniziative”, ha preso atto del contenuto della relazione del Presidente dell’A.R.A.N. Sicilia, prot. n. 529 del 10 giugno 2022, trasmessa dall’Assessore regionale per le autonomie locali e per la funzione pubblica, con nota prot. n. 63571 del 16 giugno 2022, costituenti allegato alla presente deliberazione, e di dare mandato all’A.R.A.N. Sicilia per il riavvio delle trattative con le organizzazioni sindacali al fine di consentire il rinnovo del CCRL del personale del comparto non dirigenziale della Regione Siciliana per il triennio 2019-2021.

Bonus 200€. Cerchiamo di chiarire alcuni punti

Il bonus 200 euro è una nuova indennità una tantum introdotta dal governo Draghi nel cosiddetto decreto Aiuti come risposta sia alla crisi energetica causata dalla guerra in Ucraina.

Come funziona e come si ottiene

L’Inps ha chiarito definitivamente che mentre per i lavoratori dipendenti del settore privato va necessariamente compilata e consegnata al datore di lavoro un’autocertificazione in cui si richiede il Bonus per tutti i dipendenti statali il Bonus arriva invece in automatico, direttamente in busta paga, senza bisogno di fare alcuna richiesta.

In sostanza, il dipendente della Pa non deve fare assolutamente nulla per avere questo Bonus: semplicemente, se ne avrà i requisiti, riceverà il Bonus direttamente assieme allo stipendio poiché la platea dei beneficiari sarà individuata mediante apposite comunicazioni tra Mef e Inps.

Perché allora la Regione Siciliana ha chiesto una autocertificazione ai propri dipendenti?

Andiamo con ordine.

Venerdì scorso (17 giugno) i dipendenti della Regione Siciliana hanno ricevuto una e-mail che li invitava, al fine di poter usufruire dell’Erogazione indennità una tantum, a restituire a mezzo mail all’indirizzo indicato, l’allegata DICHIARAZIONE SOSTITUTIVA DELL’ATTO DI NOTORIETÀ, con una copia del documento di riconoscimento, entro e non oltre il 30 giugno 2022.

L’e-mail è stata inviata ai soli beneficiari individuati attraverso un’interrogazione (query) della banca dati del sistema stipendi. Chi non ha ricevuto l’email (salvo errori) non rientra tra i beneficiari.

Prima questione: perché i dipendenti regionali devono presentare una dichiarazione sostitutiva dell’atto di notorietà?

Da informazioni assunte, mentre le banche dati del Mef e dell’Inps “dialogano” tra loro, non è così per l’amministrazione regionale. L’autocertificazione serve ad escludere che il beneficiario già individuato percepisca analogo trattamento da parte dell’Inps e ciò potrebbe accadere in caso di pensione o assegni per invalidi civili, ciechi e sordomuti, di trattamenti di accompagnamento alla pensione, etc..

I requisiti

Per ottenere il bonus da 200 euro i dipendenti devono aver beneficiato per almeno una mensilità del primo quadrimestre del 2022 dell’esonero sulla quota dei contributi previdenziali dovuti e pari allo 0,8 per cento, prevista a favore dei lavoratori dipendenti dalla legge di bilancio 2022 (30 dicembre 2021, n. 234). Una misura in favore dei lavoratori con una retribuzione imponibile previdenziale, parametrata su base mensile per tredici mensilità, non superiore a 2.692 euro al mese che corrisponde a circa 35mila euro annui. Il lavoratore che in un singolo mese percepisce uno stipendio di importo superiore, per quel mese non ha diritto al beneficio. Per incassare il bonus di 200 euro è sufficiente aver avuto una retribuzione mensile lorda di 2.692 euro in uno dei primi 4 mesi del 2022.

In sostanza, coloro che hanno una retribuzione imponibile previdenziale superiore a € 2.692 non ha ricevuto la mail con l’autocertificazione in quanto non rientra tra i beneficiari.

In conclusione non bisogna fare l’errore di leggere la CU (ex CUD) e ritenere di essere beneficiari del bonus perché inferiore ai 35 mila euro. La CU (ex CUD) costituisce l’imponibile Irpef e non previdenziale.

Bisogna prendere a riferimento le buste paga dei primi 4 mesi 2022 e controllare che la retribuzione imponibile previdenziale (lorda) non superi € 2.692. Quindi si può avere una CU superiore ai 35 mila euro e avere diritto al bonus, o avere una CU inferiore ai 35 mila euro e non avere diritto al bonus.

Non chiedetemi la ratio legis (la ragione che ha mosso il governo dei migliori ad emanare la norma congegnata in questo modo).


Bonus 200 euro. La Funzione Pubblica ha inviato alla casella di posta istituzionale di ciascun dipendente la dichiarazione sostitutiva da restituire al fine di ottenere il bonus

Pensioni: via dal lavoro a 63 anni con assegno (temporaneamente) più basso

Cosa accadrà dal 1 gennaio in poi? Senza nuove misure, dal 2023 si torna integralmente alla Fornero dai 67 anni. Uno scalone difficilmente accettabile. Riprende quota il piano Tridico: possibilità di andare in pensione a 63/64 anni prendendo fino al compimento dell’età per la pensione di vecchiaia, cioè 67 anni, solo il rateo della pensione calcolata con il contributivo. Compiuti i 67 anni si prenderebbe anche l’altra parte calcolata con il retributivo.

Brunetta attacca un lavoratore: “Sei un dipendente? E allora che c***o parli? Mettiti in proprio”

Il ministro della Pubblica amministrazione Brunetta, durante un comizio per le comunali a Mira, in Veneto (dal video si vede che sono presenti praticamente 4 gatti) ha attaccato un lavoratore tra il pubblico: “Sei un dipendente? E allora perché c***o parli? – gli ha detto – perché non ti metti in proprio?”.

Mentre buona parte del mondo politico tace, ci pensa la Rete a chiedere un passo indietro del titolare della Pa con l’hashtag #BrunettaDimettiti che è diventato il primo trending topic su Twitter. “Un politico che disprezza i lavoratori dipendenti, insultandoli pubblicamente, non può essere ministro. #BrunettaDimettiti e, soprattutto, rispetta chi lavora”, scrive un utente ripostando il video.


Purtroppo il problema non è tanto Brunetta. A Palermo, alle elezioni per il rinnovo del consiglio comunale, Forza Italia, il partito di Brunetta, il partito più votato.

Art. 32 del Dl 50/2022 – bonus 200 euro in favore dei pensionati

Come è noto, l’art. 32 del Dl 50/2022 ha introdotto un bonus pari a 200 euro per i titolari di reddito pensionistico non superiore a 35 mila euro annui. A beneficiare dell’una tantum saranno i titolari di uno o più trattamenti pensionistici, di assegni sociali, di trattamenti per invalidi civili, ciechi e sordo-muti e di quelli di accompagnamento alla pensione residenti in Italia.
Si ripo
rta il testo del primo comma dell’art. 32:
Art. 3
2
Indennità
una tantum per pensionati e altre categorie di soggetti

1. In favore dei soggetti residenti in Italia, titolari di uno o più trattamenti pensionistici a carico di qualsiasi forma previdenziale obbligatoria, di pensione o assegno sociale, di pensione o assegno per invalidi civili, ciechi e sordomuti, nonché’ di trattamenti di accompagnamento alla pensione, con decorrenza entro il 30 giugno 2022 e reddito personale assoggettabile ad IRPEF, al netto dei contributi previdenziali e assistenziali, non superiore per l’anno 2021 a 35.000 euro, l’Istituto nazionale di previdenza sociale (INPS) corrisponde d’ufficio con la mensilità di luglio 2022 un’indennità una tantum pari a 200 euro. Qualora i soggetti di cui al presente comma risultino titolari esclusivamente di trattamenti non gestiti dall’INPS, il casellario centrale dei pensionati, istituito con decreto del Presidente della Repubblica 31 dicembre 1971, n. 1388, individua l’Ente previdenziale incaricato dell’erogazione dell’indennità una tantum che provvede negli stessi termini e alle medesime condizioni ed è successivamente rimborsato dall’INPS a seguito di apposita rendicontazione.

Nel precisare che l’indennità una tantum di cui al comma 1 non costituisce reddito ai fini fiscali ne’ ai fini della corresponsione di prestazioni previdenziali ed assistenziali e non è cedibile, si invita ad istruire il procedimento di che trattasi ai fini dell’erogazione agli aventi diritto, e ad acquisire da Inps le modalità di funzionamento del beneficio per gli altri enti e casse previdenziali (comprese le modalità di rimborso).

Bonus 200 euro. La Funzione Pubblica ha inviato alla casella di posta istituzionale di ciascun dipendente la dichiarazione sostitutiva da restituire al fine di ottenere il bonus

Al fine di poter usufruire dell’Erogazione indennità una tantum (D.L. 50/2022 ART.31), invitiamo la S.V. a restituire a mezzo mail all’indirizzo indicato, l’allegata DICHIARAZIONE SOSTITUTIVA DELL’ATTO DI NOTORIETÀ, con una copia del documento di riconoscimento, entro e non oltre il 30 giugno 2022.

Centri per l’impiego in Sicilia, flop al concorso per laureati

Se uno è laureato ed anche bravo, perché dovrebbe accettare di lavorare in una pubblica amministrazione a 1.600€ al mese, additato come fannullone, senza la benché minima possibilità di fare carriera, con la prospettiva di una pensione da fame e il TFR erogato, bene che vada, dopo 2 anni dal pensionamento?


  Erano 57.762, sono rimasti in circa 200. E il problema è che dovrebbero essere almeno 537. Il maxi concorso per i Centri per l’impiego ha riservato la prima sorpresa: la selezione per laureati è stata superata da pochissimi concorrenti, più della metà dei posti messi in palio resterà senza vincitori. Lo scrive Giacinto Pipitone sul Giornale di Sicilia in edicola oggi.

Le cifre non sono ancora ufficiali ma all’assessorato alla Funzione pubblica hanno confermato lo stupore di fronte alle prime notizie ricevute dal Formez, l’istituto nazionale che sta curando le selezioni. «Sì – ammette l’assessore al Personale, Marco Zambuto – abbiamo un problema con i laureati. Avevamo già notato che meno del 50% di chi aveva fatto domanda si era presentato alla prova d’esame. Ora sappiamo che ancora meno concorrenti hanno superato lo scritto. Avremo dei posti vacanti e dovremo decidere come assegnarli».

Nel 2021 torna a salire speranza di vita, +0,2 anni

Nel 2021 è tornata a salire, seppure lentamente e non in modo omogeneo in tutte le Regioni, la speranza di vita degli italiani, dopo il brusco calo causato dai decessi per Covid-19 nel 2020, secondo il XIX Rapporto Osservasalute 2021, curato dall’Osservatorio Nazionale sulla Salute nelle Regioni Italiane che opera nell’ambito di Vihtaly, spin off dell’Università Cattolica, a Roma.

A livello nazionale, il tempo di vita guadagnato nell’ultimo anno è stato di 0,2 anni, che porta la speranza di vita alla nascita degli uomini a 80,1 anni e a 84,7 anni quella delle donne (nel 2020 gli uomini avevano perso 1,3 anni e le donne 0,9 anni).


Speriamo non si cominci nuovamente a parlare di adeguamento dell’età pensionabile alla speranza di vita.

La speranza di vita sta scendendo a causa della pandemia e per via della crisi economica. Bisogna eliminare l’età pensionabile agganciata alle aspettative di vita dei lavoratori

Requisiti pensionamento 2022 e 2023: nessun adeguamento alla speranza di vita

Dipendenti pubblici, le storie di chi rinuncia al posto fisso (da leggere….)

Tratto da Il Fatto Quotidiano

Le lettere arrivate a [email protected] descrivono la situazione di chi, pur avendo il posto fisso, o rinuncia al lavoro, specialmente al Nord e nelle grandi città, o fatica ad arrivare a fine mese. “Mi restano 200 euro al mese per campare, faccio la vita da pezzente”. “Sono ingegnera, ma mi avrebbero pagato troppo poco al ministero, così sono rimasta a fare un lavoro da diplomata”. Ecco le storie di chi ci ha scritto

Millesettecento euro, se va bene. Ma più spesso molto meno, come per chi lavora nei Comuni, per chi è impiegato all’ufficio per il processo, per chi è assunto all’Inail o per chi, addirittura, è ingegnere. Il caro-affitti delle grandi città (Milano, Roma, Bologna, per citarne alcune) e, più in generale, nei centri del Nord Italia, unito ai salari non congrui rispetto al costo della vita, sta spingendo molte persone, che hanno vinto i recenti concorsi pubblici voluti dal ministro Renato Brunetta, a rifiutare il posto. Ecco alcune delle testimonianze che avete voluto raccontare a ilfattoquotidiano.it.


Dipendenti pubblici, la fuga dei giovani dal posto fisso: “Stipendi troppo bassi, come facciamo a pagare gli affitti a Roma e Milano?”

Gli stipendi dei lavoratori italiani sono tra i più bassi d’Europa. 15mila euro rispetto a tedeschi. Quelli dei politici tra i più alti d’Europa

Dipendenti pubblici, la fuga dei giovani dal posto fisso: “Stipendi troppo bassi, come facciamo a pagare gli affitti a Roma e Milano?”

“Toglietevi dalla testa l’idea di chiedere un trasferimento. Sono qui da 20 anni e non l’ho ancora ottenuto. Ah, e non pensate di fare carriera, è impossibile”.

Posto fisso? Addio. Centinaia di giovani hanno vinto i concorsi pubblici voluti da Renato Brunetta, ma stanno rinunciando alle assegnazioni. La ragione? I salari sono troppo bassi e spesso ci si deve trasferire lontano da casa (Milano e Roma, in primis) dove gli affitti sono insostenibili.