Potenziamento dei centri per l’impiego, a vuoto l’85% dei posti a concorso: la Sicilia ammette il pasticcio e annulla le graduatorie

Tratto da Il Fatto Quotidiano

Delle 1.024 assunzioni annunciate a fine 2021, quando finalmente erano stati banditi i concorsi per il potenziamento dei Cpi siciliani, ad oggi entreranno in servizio solo 161 persone, quelle che hanno vinto il concorso per laureati, dove però i posti messi a concorso erano 537.

Alla fine il fallimento è stato certificato: le graduatorie “definitive” dei concorsi siciliani per il potenziamento dei centri per l’impiego hanno innescato ricorsi cui il Tar ha dato ragione e allora è meglio azzerarle e rifarle daccapo. Perché l’attribuzione del punteggio per i titoli di studio prevista nei bandi era un tale pasticcio che la Regione ha pensato bene di annullare i decreti di approvazione delle graduatorie con l’autotutela, lo strumento che permette alle pubbliche amministrazioni di fare marcia indietro, in altre parole di ammettere che “sì, abbiamo sbagliato”.

A spingere la Regione a fare marcia indietro sono stati i troppi ricorsi che hanno denunciato discriminazioni nell’attribuzione dei punteggi ai titoli di studio e nella valutazione dei titoli di servizio. Un vero e proprio pasticcio, con i laureati del vecchio ordinamento, quelli delle lauree a ciclo unico, che si sono visti assegnare 1,5 punti e quelli del nuovo ordinamento con le lauree 3+2 che di punti ne hanno avuti 2,5 perché al punteggio della laurea triennale è stato aggiunto un altro punto per la laurea specialistica. Lo mette nero su bianco la stessa Regione, che cita le recenti sentenze del Tar siciliano e concorda sulla “fondatezza” delle ragioni dei ricorrenti.

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