E’ molto incerto il prossimo rinnovo dei contratti pubblici (2022/2024) legato al taglio della spesa. Zangrillo, non possiamo scassare i conti per rinnovare i contratti

Non possiamo scassare i conti, per rinnovare i contratti 2022-2024 taglieremo la spesa. Non potremo nemmeno recuperare l’inflazione, se applicassimo l’indice Ipca infatti, avremmo dovuto prevedere 32 miliardi di euro nel Def per la nuova tornata contrattuale, vista l’impennata dei prezzi. Con una buona revisione della spesa, contiamo di recurare 8-9 miliardi di risparmi da mettere a bilancio. Sarà un lavoro complesso, che però non ha alternative anche se speriamo che il miglioramenti della congiuntura economica ci possano aiutare in una qualche misura. Circa il problema della scarsa attrattività registrata con gli ultimi bandi di concorso, Zangrillo ha confermato il piano di stabilizzazione dei precari perchè la PA diventi una opportunità per i professionisti sottolineando come i posti messi a bando per il PNRR, siano stati previsti a TD dalla Commissione europea e non dal Governo italiano. Altro fattore d’incentivo al pubblico impiego per i professionisti, è stata l’emanazione di un atto di indirizzo col quale è fatto obbligo alle PA di prevedere percorsi di aggiornamento e formazione del personale nella misura minima di almeno tre giorni l’anno. La media attuale che si registra, ha sottolineato il ministro, è inferiore al giornata complessiva di lavoro (7,42/h giornaliere). Oltre la formazione, Zangrillo si è detto convinto che molti tra i dipendenti, tengono alla valorizzazione dei percorsi professionali ed a vedere soddisfatti i propri meriti di servizio fattori essenziali per rendere maggiormente attrattiva la PA rispetto all’impiego nel settore privato e nel prossimo contratto, anche il sindacato non potrà non tenere nel debito conto la premialità del merito.