RIUNIONE ARAN 11 MAGGIO

RIUNIONE ARAN 11 MAGGIO

Come previsto nel comunicato COBAS-CODIR di ieri la riunione tenutasi all’ARAN Sicilia è risultata una ennesima perdita di tempo priva di qualsiasi novità circa riclassificazione e adeguamento aumenti agli statali. A seguito di ciò, come preannunciato, senza ulteriori indugi, il COBAS-CODIR organizzerà a breve termine una manifestazione di protesta nel corso della quale i lavoratori decideranno tutti insieme le ulteriori forme di lotta e saranno definite le modalità utili – insieme a tutti coloro che vorranno condividere questo percorso di protesta – allo svolgimento rigoroso delle proprie mansioni in tutti gli uffici regionali al fine di paralizzare l’amministrazione.

SEGUIRÀ COMUNICATO.

La Segreteria Generale del COBAS-CODIR

Boom dei pensionati: al Sud sono più dei lavoratori

Tratto da PAmagazine

Sempre più anziani e sempre meno lavoratori. Il paese invecchia e presto le pensioni rischiano di superare gli italiani attivi. Già adesso in 39 province (il 37 per cento del totale), quasi tutte meridionali, i pensionati sono più degli occupati. Il record a Reggio Calabria 100 contro 67. Le cause? L’invecchiamento, la disoccupazione, lo spopolamento del mezzogiorno e le molte forme di pensionamento anticipato. Fra 20 anni ci saranno 5 milioni di over 65 in più e un milione di under 15 in meno. Una dinamica che rappresenta una bomba ad orologeria per il sistema previdenziale. Che già oggi ha numeri da brivido: 22 milioni di occupati contro 16 milioni di pensionati. E il pareggio non è poi così lontano. Di fronte a questa situazione ci si aspetterebbe, da parte del governo, una reazione. Ma la ventilata riforma previdenziale tarda. La tenuta dei conti pubblici e la linea di prudenza adottata dal governo nel Def (che non indica alcun investimento per la previdenza) non consentono di riavviare subito il cantiere. Ad ammetterlo, alcuna settimane fa è stata la stessa ministra del Lavoro e delle Politiche sociali, Marina Calderone: “Confido – ha spiegato – che subito dopo l’estate ci sia la possibilità di aprire ad un primo approccio della riforma”, che quindi vedrà la luce più avanti, con la possibilità di attuarla dall’anno prossimo, per superare la legge Fornero e introdurre nuove misure di flessibilità in uscita”.

Sul tavolo del confronto tra il governo e le parti sociali, aperto ad inizio anno e poi messo in standby, anche la richiesta di Quota 41 – cavallo di battaglia della Lega ma misura costosa da attuare – di uscire con 41 anni di contributi a prescindere dall’età; o, come sostenuto da tempo dai sindacati, di consentire l’uscita a partire dai 62 anni di età, di disegnare una pensione di garanzia per i giovani e di tornare alla versione originaria di Opzione donna, con 35 anni di contributi e 58-59 anni di età…..continua a leggere