Quota 103: stipendio più altro per chi rinuncia alla pensione. Ecco il calcolo…..Ma la regione non vuole applicarla per mancanza di copertura

Tratto da leggioggi.it

Zero contributi, e quindi più soldi in busta paga, per chi rinuncia alla pensione anticipata flessibile: la famosa Quota 103. E’ questo il maxi-incentivo inserito nel decreto 21 marzo 2023, approdato nella Gazzetta ufficiale del 12 maggio 2023.

Già negli scorsi giorni un comunicato Inps aveva aggiornato le procedure di domanda e liquidazione della pensione Quota 103, dando di fatto il via alla tornata di domande per il pensionamento anticipato flessibile con 62 anni di età e 41 di contributi. Ora, con la pubblicazione in Gazzetta, si dà ufficialmente il via al sistema premiale per chi, pur avendo i requisiti per accedere all’anticipo pensionistico, sceglie di continuare a lavorare.

In breve tutti i dettagli sul meccanismo di rinuncia e l’azzeramento dei contributi per i lavoratori che non si arrendono alla stanchezza, e decidono di non uscire da lavoro a 62 anni di età e 41 anni di contributi.

Indice

Pensione Quota 103: nuova procedura di domanda

Con un recente comunicato stampa, l’Inps ha comunicato l’avvenuto aggiornamento delle procedure di domanda di pensione anticipata flessibile dei lavoratori iscritti all’Assicurazione Generale Obbligatoria e alle forme sostitutive ed esclusive gestite dall’INPS nonché alla Gestione separata.

Ricordiamo che ci sono 3 modalità con cui inoltrare le istanze di adesione alla pensione anticipata flessibile, o Pensione quota 103:

  • direttamente dal sito internet www.inps.it, accedendo tramite SPID (Sistema Pubblico di Identità Digitale) almeno di Livello 2, CNS (Carta Nazionale dei Servizi) o CIE (Carta di identità elettronica 3.0);
  • utilizzando i servizi offerti dagli Istituti di Patronato;
  • chiamando il Contact Center Integrato al numero verde 803164 (gratuito da rete fissa) o il numero 06164164 (da rete mobile a pagamento in base alla tariffa applicata dai diversi gestori).

Per approfondire il tema dei contenziosi con l’Inps in merito a contributi non versati e tutti gli altri aspetti dei rapporti tra il lavoratore e l’ente di previdenza, consigliamo il libro “Il contenzioso contributivo con l’Inps

Da quando decorre la Pensione Quota 103

Il diritto alla pensione anticipata flessibile, maturato nel corso del 2023, permette di accedere alla Quota 103 l’accesso alla pensione in qualsiasi
momento successivo all’apertura della cosiddetta finestra. Dopo l’apertura di questa, l’accesso alla pensione è consentito:

  • dopo 3 mesi dalla maturazione dei requisiti, per i lavoratori dipendenti da datori di lavoro privati e per quelli autonomi. La decorrenza della pensione non può comunque essere precedente al 1° aprile 2023;
  • dopo 6 mesi dalla maturazione dei requisiti, per i lavoratori dipendenti della pubblica amministrazione. In questo caso, la decorrenza della pensione non può comunque essere anteriore al 1° agosto 2023;
  • dal 1° novembre e dal 1° settembre dell’anno di raggiungimento dei requisiti, per il personale AFAM e per quello scolastico.

Rinuncia a pensione Quota 103: non si pagano i contributi

Detto questo, torniamo al punto di partenza e diciamo subito che andare in pensione anticipata con Quota 103 (quindi al raggiungimento di 62 ani di età e 41 di contributi) non è un obbligo, ma una possibilità. Un’opportunità a cui si può rinunciare, restando a lavorare e beneficiando anche di un incentivo.

Questo è stato deciso dal governo con la Legge di bilancio 2023 e il successivo decreto 21 marzo 2023 (approdato ora in Gazzetta ufficiale). In sostanza, si vuole premiare il lavoratore che, pur avendo maturato tutti i requisiti, decide di continuare a lavorare per il tempo che lo separa dalla pensione ordinaria. E per ogni anno di questo tempo beneficiare di un bonus economico: si era parlato tempo da di bonus Maroni.

Il provvedimento adottato azzera di fatto le trattenute contributive per il lavoratore stakanovista che continua a lavorare. Vediamo i dettagli.

Rinuncia a pensione Quota 103: come funziona il bonus economico

Come specificato chiaramente dall’articolo 1 del Decreto 21 marzo 2023:

“I lavoratori dipendenti (…), che abbiano maturato i requisiti minimi previsti per l’accesso al trattamento di pensione anticipata flessibile (…) possono rinunciare all’accredito contributivo della quota dei contributi a proprio carico relativi all’assicurazione generale obbligatoria per l’invalidita’, la vecchiaia e i superstiti dei lavoratori dipendenti e alle forme sostitutive ed esclusive della medesima”.

E poi ancora:
“A seguito dell’esercizio della facoltà di rinuncia viene meno ogni obbligo di versamento contributivo da parte del datore di lavoro della quota a carico del lavoratore a partire dalla prima decorrenza utile per il trattamento di pensione anticipata flessibile”.

Tradotto in soldoni: chi ha raggiunto i requisiti per accedere alla pensione anticipata con Quota 103 può anche rinunciare a farlo e continuare a lavorare. Questo comporta un notevole vantaggio per il dipendente, perché la quota dei versamenti contributivi mensili a suo carico viene azzerata in toto. In sostanza il lavoratore non pagherà i contributi dovuti per la sua parte, e questa quota si trasforma in un credito, aumentando di fatto lo stipendio

Come sottolineato del decreto infatti, l’importo dei contributi non versati è interamente corrisposte al lavoratore. Le somme corrisposte a tale titolo al lavoratore sono imponibili ai fini fiscali ma non ai fini contributivi. Tradotto: busta paga più alta.

Bonus rinuncia a Quota 103 al netto del cuneo fiscale

C’è un però. Il decreto del 21 marzo stabilisce che l’incentivo economico, pari su circa il 9,19% della retribuzione, ma deve essere ridotto del cuneo fiscale, che da luglio sarà del 7-6% per lavoratori fino a 25 mila e 35 mila euro.


Richiesta applicazione “Quota 103” in materia pensionistica

Quota 103. Pronte le diffide!

Quota 103. Finisce in farsa la favola del dipendente regionale privilegiato