Pensioni e Quota 96: soluzione definitiva attesa nel Jobs Act di Renzi

Uno dei problemi più scottanti sul tavolo del governo è senza dubbio quella dei “Quota 96″.

Si tratta di un esercito di nati negli anni ’50, coloro che, insomma, possono vantare, tra età anagrafica e annualità di contributi previdenziali versati, appunto, la fatidica soglia, in precedenza sufficiente per andare in pensione.

Invece, tutto rimane sospeso per questa categoria di lavoratori, molti dei quali lascerebbero volentieri il proprio lavoro per fare posto ai più giovani e invece si trovano costretti a rimanere dove sono, per via di una legge che cerca di ridurre gli ingressi alla pensione.

Finanziaria bis. Non bastano i soldi. Manovra congelata. Che abbia ragione Zaia?

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Non bastano i soldi per soddisfare trentamila lavoratori degli enti collegati: gli stipendi restano in bilico.

Il valore della manovra ridotto a 290 milioni: insufficienti per tutte le voci di spesa.

La giunta rinvia ancora il varo della Finanziaria bis e di riflesso rischiano di essere rinviati anche gli stipendi di marzo ai 30 mila lavoratori di enti e istituti collegati alla Regione. Le risorse non bastano di fronte alle richieste di finanziamento giunte nelle ultime 48 ore da sindacati e mondo produttivo.

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Zaia: la Sicilia è fallita. Porti i libri in Tribunale

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Luca Zaia esponente della Lega Nord, ospite a Mix24, su Radio 24, fa i conti in tasca a Palazzo d’Orleans. “Sono convinto che ci siano molte regioni che possono portare tranquillamente i libri in tribunale. Vedo i dati e penso che ci sono delle regioni tipo la Calabria, la Sicilia sulle quali qualche ragionamento bisogna fare – ha aggiunto -. Dirò pubblicamente anche di più: sono disposto ad affrontare un’azione di tutoraggio. Si prendono le regioni virtuose ed accompagnino la vita amministrativa delle regioni non virtuose”.

La Ue gela il neo ministro dell’economia, Pier Carlo Padoan. No all’uso di fondi Ue per il taglio del cuneo fiscale

Altolà della Commissione europea all’ipotesi di utilizzare i fondi strutturali dell’Ue per anticipare il taglio del cuneo fiscale per le imprese, prima che siano pienamente disponibili le nuove risorse liberata dalla “spending review”.