LE CARTE DELLA MANOVRA DEPOSITATE IERI ALL’ ARS

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Ieri i documenti della nuova Finanziaria sono stati depositati, da martedì via alla discussione in commissione Bilancio. La tabella 1 nella nuova formulazione della Finanziaria presenta corposi tagli, dopo l’ impugnativa del Commissario dello Stato che aveva interamente bocciato l’ allegato. Dei 270 milioni di euro previsti inizialmente, ne restano stanziati 170, soprattutto per garantire il pagamento degli stipendi.

Il governo taglia ai comuni e le tasse aumentano

Spending reviewDi Francesco Cerisano

Le tasse locali sono cresciute del 130% negli ultimi 20 anni spingendo all’insù la pressione fiscale complessiva che è passata dal 38 al 44%. Un risultato “imputabile per oltre i 4/5 alla dinamica delle entrate locali”. Segno di una mancanza di coordinamento fra prelievo fiscale centrale e locale che ha prodotto un aumento combinato di entrambe invece che realizzare l’effetto compensativo richiesto dal federalismo fiscale. E’ una dura requisitoria quella tenuta dal presidente della Corte dei conti, Raffaele Squitieri in audizione davanti alla commissione parlamentare per l’attuazione del federalismo fiscale. Un atto di accusa che certifica come a distanza di 5 anni dalla legge delega l’”albero storto della finanza pubblica” che il federalismo fiscale avrebbe dovuto raddrizzare (per usare un’espressione cara all’allora ministro dell’economia Giulio Tremonti) oggi pende sempre più. L’autonomia finanziaria degli enti locali è ancora incompleta e i comuni sono ancora troppo dipendenti dai trasferimenti statali. Dal 2009 in avanti municipi, province e regioni hanno contribuito al miglioramento dei conti pubblici per 31 miliardi (di cui 16 in termini di inasprimento del Patto di stabilità e 15 di tagli) e per il prossimo triennio lo scenario prevede una riduzione della spesa primaria di oltre 2 miliardi.  I sacrifici imposti dai governi di ogni colore agli enti territoriali ha prodotto svariati effetti distorsivi. A cominciare dall’aumento della pressione fiscale (passata dal 38 al 44%) imputabile soprattutto alla crescita delle tasse locali. Non vi è infatti traccia di quel meccanismo compensativo virtuoso che, secondo i padri del federalismo fiscale, avrebbe dovuto sterilizzare gli aumenti della tassazione locale con l’allentamento delle pretese tributarie del fisco centrale. “

Fonte: http://www.italiaoggi.it/news/dettaglio_news.asp?id=201403062031357587&chkAgenzie=ITALIAOGGI&utm_