Blocco contratti pubblici dipendenti. A pochi giorni dalla sentenza, il pressing sulla Corte costituzionale si fa sempre più serrato

Palazzo della Consulta Roma 2006L’argomentazione del “costo” e della necessità di tenere conto degli equilibri di bilancio, come del resto imposto dall’articolo 81 della Costituzione, è fin troppo debole e capziosa.

Tutte le leggi, infatti, debbono rispettare il principio del pareggio. Allora, per qualsiasi Governo e Parlamento (li citiamo insieme, pur consapevoli che il potere legislativo spetti solo al Parlamento, perché nei fatti, da troppo tempo, il potere legislativo si è autoridotto ad essere quasi un mero ratificatore dell’esecutivo) basterebbe presentare le tabelle finanziarie, dimostrare il rispetto del principio e rivendicare davanti alla Consulta, per mezzo dell’Avvocatura, l’intangibilità della legge, perché altrimenti si verificherebbe uno squilibrio finanziario.

I controlli della Corte dei Conti sulle spese dei Gruppi parlamentari sono illegittimi fino all’emanazione del decreto Monti.

Lo ha deciso la Corte Costituzionale che ha annullato i provvedimenti emessi dai magistrati contabili per i gruppi dei consigli regionali di Piemonte e Toscana. la sentenza è la numero 107 del 2015.

Di fatto prima del decreto Monti i gruppi dei Consigli regionali avevano facoltà discrezionale di spesa e la Corte dei Conti non può chiedere di giustificare tali spese perché la richiesta stessa viola l’autonomia dei gruppi.

<br />

La Regione rinegozia otto mutui e trova 154 milioni per i precari

EuroLa Regione ha rinegoziato otto mutui stipulati negli anni scorsi con la Cassa depostiti e prestiti. Operazione che permette di congelare per due anni il pagamento delle rate svincolando subito 154 milioni all’anno da destinare alla copertura di altre spese ordinarie previste nel bilancio appena approvato all’Ars: in particolare quelle per forestali e precari di varie categorie.

I testimoni di giustizia tutti assunti all’Ufficio di Roma? Il Cobas-Codir si oppone: “Lavorino nei tribunali”

Testimoni di giustizia
Per scaricare l’articolo clicca sopra l’immagine

Gli “incappucciati” ora fanno paura. Anche ai nuovi colleghi di lavoro.

I testimoni di giustizia, assunti alla Regione in base a una legge proposta dal governo Crocetta, entreranno in servizio martedì prossimo. Ma non potranno farlo in Sicilia per motivi di sicurezza. Di conseguenza l’amministrazione ha deciso di inquadrarli, almeno per ora, nella sede romana della Regione, in via Marghera.

Da giorni, i dipendenti del “distaccamento” romano esprimono preoccupazione per la futura convivenza con gli otto neo-assunti che sono sottoposti a uno speciale programma di protezione.