Con il jobs act di Renzi controlli su pc e telefonini aziendali dei dipendenti

Matteo Renzi photoLe aziende potranno controllare computer, tablet e cellulari, così come i badge dei lavoratori senza che sia necessario un accordo sindacale o un’autorizzazione del ministero. Per il controllo sugli «strumenti» di lavoro messi a disposizione dalle imprese e su quelli per la «registrazione degli accessi e delle presenze» basterà quindi informare i lavoratori e rispettarne comunque la privacy.

Secondo il Ministero le norme sono in regola con la privacy.

A favore dei controlli anche il presidente di Confindustria Giorgio Squinzi. “Chi ha la coscienza pulita – dice – non dovrebbe temere nessun tipo di controllo, non deve aver paura di controlli a distanza. Non mi sembra una cosa così grave”.

Ci avviamo verso la nuova schiavitù. Stiamo consentendo, nel giro di pochi anni, l’eliminazione di tanti diritti frutto di anni di lotte sindacali.

Loro litigano e la Sicilia affonda. Quando si voterà ricordiamo cosa ci stanno facendo

i regionali non dimenticano 1Il governatore è in guerra con una parte del suo partito. E non certamente la meno influente, visto che è quella che fa capo a Faraone e al governo Renzi da cui dovrebbero arrivare le risorse per tenere in piedi la Sicilia.

L’assessore all’Economia recita il ruolo di “inviato speciale” di Roma in Sicilia.

È nelle sue mani la gestione dei conti della Regione. Un vero e proprio commissariamento. Che a dire il vero non si è fermato ai conti. Visto che l’ultima legge di stabilità è stata anche l’occasione per mettere mano – sulla scia della necessaria ‘spending review’ – ad altre materie, come quelle riguardanti il personale regionale. Settore formalmente nelle mani dell’assessore alla Funzione pubblica, a sua volta esautorato dal “collega” scelto da Faraone e Delrio. E non a caso, Ettore Leotta, in giunta in quota Udc, si sarebbe stancato: le sue dimissioni sono vicinissime.

Da Palazzo Chigi, in questi giorni, filtra l’idea che in Sicilia si possano anticipare le elezioni regionali.