Ti taglio la pensione, ma “lo faccio per il tuo bene” (interessante articolo tratto da contropiano.org)

PensioneIl governo Renzi, per risolvere il problema dell’ulteriore taglio della spesa pensionistica (imposto dalla Troika) senza sollevare una rivolta sociale di dimensioni greche, sta meditando soluzioni da presentare come un “vi vogliamo dare una mano e mandarvi in pensione un po’ prima”.

Ha qualche possibilità di pensarlo perché esiste una massa considerevole di lavoratori anziani che non vedono l’ora di lasciare. E che quindi sarebbero disposti a rinunciare a qualche spicciolo sull’assegno pensionistico futuro pur di finirla qui, o comunque presto.

Come sempre il punto centrale diventa: a quanto bisognerebbe rinunciare per di andarsene?

Bocciata la proposta di modifica della legge fornero. Costa troppo

Nessuna cancellazione della legge Fornero ma si era parlato di un nuovo meccanismo per consentire già a 61 o 62 anni di età di andare in pensione seppure con un assegno ridotto.

Ma Tito Boeri gela tutti.

Se attuata, l’ipotesi di reintrodurre un meccanismo di flessibilità in uscita per le pensioni basato sul ddl Damiano-Baretta (anticipo a 62 anni invece di 66 contro penalizzazioni, in pratica un trattamento previdenziale ridotto, nell’ordine del 2% ogni anno di anticipo) potrebbe costare alle casse dello Stato una cifra «ingente»: fino a 8,5 miliardi di euro nel picco massimo, nel caso fosse scelto dall’intera platea di italiani con i requisiti. La stima arriva dal presidente dell’Inps, Tito Boeri, che ha fatto il punto sui costi delle proposte di riforma della legge Fornero nel corso di una audizione davanti alla commissione Lavoro della Camera.

Costi elevati anche per il sistema “quota 100”.