Ecco cosa scrive il senatore del partito democratico Pietro Ichino a proposito della sentenza della Corte Costituzionale sul blocco dei contratti. Non esiste alcun “diritto al contratto”

IchinoTratto dal sito di Pietro Ichino http://www.pietroichino.it/

LA SENTENZA DELLA CONSULTA NON OBBLIGA LO STATO A CONTRATTARE
Nel mio editoriale telegrafico dell’8 giugno scorso spiego che sopprimere un divieto di contrattazione nel settore pubblico non implica certo il sorgere di un obbligo: il principio contrattualistico implica che ciascuna delle parti è libera anche di non contrattare: che quindi non esiste alcun “diritto al contratto”.


Chi è Pietro Ichino? (biografia)

Pietro Ichino (Milano, 22 marzo 1949) è un giurista, giornalista e politico italiano. Già deputato dal 1979 al 1983 come indipendente eletto nel Partito Comunista Italiano e senatore dal 2008 al 2013 eletto nel Partito Democratico, è senatore eletto nella circoscrizione Lombardia nella lista Con Monti per l’Italia e docente ordinario di Diritto del lavoro nell’Università degli Studi di Milano. A febbraio 2015, ritorna nel PD di Matteo Renzi.

La Consulta ha deciso. È incostituzionale il blocco degli stipendi dei dipendenti pubblici ….ma non troppo!

È costituzionale bloccare tutti gli stipendi della pubblica amministrazione per salvare i conti dello Stato, senza distinguere tra chi prende 16mila euro lordi l’anno – per esempio, un usciere della Farnesina – e chi, nello stesso ministero, ne porta a casa 72 mila come un consigliere d’ambasciata, o 93 mila come un ministro plenipotenziario, o 108 mila come un ambasciatore? E’ rispettoso della Costituzione rinnovare automaticamente tale blocco di anno in anno, da una legge di stabilità all’altra, continuando a tartassare i più tartassati senza cercare di redistribuire i sacrifici o trovare introiti alternativi per le casse dello Stato?

Secondo la Corte Costituzionale la norma è illegittima ma non per il passato. Dunque la pronuncia della Corte non ha effetto retroattivo. I giudici della Consulta hanno disinnescato quella che poteva rappresentare una bomba per i conti pubblici.

In Sicilia ci sono soldi solo per una settimana. Si possono pagare gli stipendi e poco altro (fonte blogsicilia)

EuroPace fatta sì con i renziani, col governo dialogo aperto ma vertice di maggioranza aggiornato a venerdì e il governo nazionale ci dia i soldi promessi.

Ancora un “tutto a posto ma nulla di fatto” nelle dinamiche politiche regionali con un governatore che la spunta sugli alleati, ottiene una pace armata, lì’ennesima, e ricomincia subito a punzecchiare.

“Occorre coinvolgere di più il governo nazionale rispetto all’urgenza delle risposte da dare per il risanamento finanziario a partire dal riconoscimento dei 350 milioni ancora non ratificati e delle misure urgenti per i disoccupati e i formatori.