Prepensionamenti. Depositato ieri il testo correttivo all’Ars. Chi sceglierà la via del prepensionamento avrà il Tfr con alcuni anni di ritardo. Si parla già di flop

Tfr in ritardo a chi sceglie il prepensionamento
Per scaricare l’articolo clicca sopra l’immagine

Chi sceglierà la via del prepensionamento avrà il Tfr con alcuni anni di ritardo. Viene limitato al minimo il turn over e si annulla così la possibilità di fare concorsi per entrare alla Regione. Ecco le norme principali del maxi emendamento con cui la giunta Crocetta sta provando a correggere la Finanziaria approvata poco più di un mese fa. Anche per evitare che lo Stato la impugni: sono già state segnalate da Roma norme che non passerebbero l’esame.

Il testo è stato depositato all’Ars ieri. Era nato per allungare i termini entro cui è possibile presentare la domanda di prepensionamento: dai 60 giorni che scadrebbero il 15 luglio si intendeva passare a 120 giorni ma ora si è scelto di prolungare fino a 180 giorni. Il nuovo termine scadrà quindi il 15 novembre.

BlogSicilia già parla di norma flop.

Nella migliore delle ipotesi chi andrà in pre pensionamento dovrà aspettare 5 anni per avere la propria ‘buonuscita’. Un disincentivo forte visto che una delle grandi attese dei pensionandi è proprio l’incasso del Tfr, una somma consistente per molti.

Il prepensionamento è solo su base volontaria (e non potrebbe essere diverso se non si sono raggiunti limiti di età). Allora perché un dipendente dovrebbe andare in pensione anticipatamente perdendo soldi ogni mese, non incassando il Tfr e vivendo comunque una penalizzazione?

Annunciata chiusura di 16 Centri per l’Impiego in provincia di Siracusa

A chiudere saranno infatti i centri di Canicattini, Cassaro, Ferla, Floridia, Palazzolo, Solarino, Sortino, Melilli, Priolo, Avola, Pachino, Rosolini, Portopalo, Francoforte e Siracusa (per la sede di Cassibile).

Chiesta la sospensione immediata del provvedimento. La chiede, dopo l’Unione Valle degli Iblei, anche il deputato regionale Bruno Marziano del Pd, che ha chiesto un incontro all’assessore regionale al Lavoro, Bruno Caruso per affrontare la vicenda. Confermato un incontro, fissato per il 6 luglio prossimo a Catania, alla presenza della deputazione regionale e dei sindaci del territorio, oltre ai rappresentanti. Per Marziano la scelta di chiudere gli uffici non sarebbe comprensibile, visto che “molti sportelli sono ospitati in locali dei Comuni, con quasi tutte le spese a carico degli enti locali. La logica non può essere, dunque, quella del risparmio. Questo presidio regionale decentrato è l’unico modo per collegare il territorio e i bisogni dei cittadini ad una istituzione importante”.