Pensioni quota 100 statali, possibili penalizzazioni. 5 anni per avere il TFR

No a pensioni quota 100 nella legge di bilancio per gli statali, si farà un provvedimento ad hoc chiamato “pacchetto pensioni” di cui circolano già le prime bozze.

Nella legge di bilancio sarà inserita soltanto la copertura finanziaria per le pensioni, ma i provvedimenti per gli statali saranno fatti a parte. Una novità dell’ultima ora che è stata dettata dalla necessità di prendere tempo perché al Governo si sono resi conto che con le regole elaborate (62 anni e 38 di contributi) si sarebbero svuotati gli uffici. Un problema che avrebbe toccato settori delicati come sanità e istruzione per i quali il prossimo anni ci sarebbero stati seri problemi nella gestione.

Quindi dal Governo si pensano a delle penalizzazioni per gli impiegati pubblici come deterrente alla possibile fuga in pensione.

Tra le possibili penalizzazioni c’è quella relativa ad un possibile ritardo nel pagamento del TFR….continua a leggere

La manovra nell’imbuto della Pa. Niente «reddito» e investimenti senza un nuovo personale Pa

Il Sole 24 Ore del 15 ottobre 2018

Segnalo un articolo del Sole 24 Ore

La manovra nell’imbuto della Pa

Niente «reddito» e investimenti senza un nuovo personale Pa

di Francesco Verbaro

La manovra in arrivo punta tutte le sue carte sulla ripresa degli investimenti pubblici e sulla spinta ai consumi interni dal reddito di cittadinanza. Ma senza un drastico cambio di rotta nella gestione del personale della PA entrambi i motori rischiano di imballarsi ancor prima di partire.

Una delle differenze più evidenti tra settore pubblico e privato è nella gestione e valorizzazione del capitale umano. È stato scritto più volte come la Pa non curi le risorse umane, sia nel reclutamento sia nella gestione, e come questo pregiudichi l’attuazione delle politiche. Il cattivo reclutamento è dato dalla mancata attenzione ai fabbisogni professionali presenti e futuri, e questa discende dall’assenza di una visione delle funzioni della Pa.

Diverse le patologie: scarsa considerazione delle nuove competenze, mantenimento dei vecchi profili e reclutamento con “stabilizzazioni”. L’effetto è di non attrarre il miglior capitale umano, e di demotivarlo fin dal suo ingresso.

Mentre nel privato si lavora su come reclutare e trattenere il miglior capitale umano, sull’aggiornamento continuo, sulle organizzazioni dell’apprendimento, sulle competenze trasversali e sull’invecchiamento attivo, nel pubblico i dipendenti una volta reclutati vengono abbandonati in attesa della pensione.