Annunciata chiusura di 16 Centri per l’Impiego in provincia di Siracusa

A chiudere saranno infatti i centri di Canicattini, Cassaro, Ferla, Floridia, Palazzolo, Solarino, Sortino, Melilli, Priolo, Avola, Pachino, Rosolini, Portopalo, Francoforte e Siracusa (per la sede di Cassibile).

Chiesta la sospensione immediata del provvedimento. La chiede, dopo l’Unione Valle degli Iblei, anche il deputato regionale Bruno Marziano del Pd, che ha chiesto un incontro all’assessore regionale al Lavoro, Bruno Caruso per affrontare la vicenda. Confermato un incontro, fissato per il 6 luglio prossimo a Catania, alla presenza della deputazione regionale e dei sindaci del territorio, oltre ai rappresentanti. Per Marziano la scelta di chiudere gli uffici non sarebbe comprensibile, visto che “molti sportelli sono ospitati in locali dei Comuni, con quasi tutte le spese a carico degli enti locali. La logica non può essere, dunque, quella del risparmio. Questo presidio regionale decentrato è l’unico modo per collegare il territorio e i bisogni dei cittadini ad una istituzione importante”.

Accordo sulla revocabilità dell’istanza di pensionamento. Tutto ok? Neppure per sogno

IPOTESI DI ACCORDO SU CRITERI PER LA REVOCA DELLE DIMISSIONI PRESENTATE AI SENSI E PER GLI EFFETTI DELL'ART. 52, COMMI 3 E 5 LEGGE REGIONALE N. 9 del 2015
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A 5 giorni dalla sottoscrizione dell’accordo Aran-Sindacati (ad eccezione del Cobas/Codir) sulla revocabilità dell’istanza di pensionamento, la Giunta non lo ha ancora apprezzato, lasciando il personale nell’incertezza.

Può darsi che la Giunta lo apprezzi oggi stesso o nel giro di qualche giorno.

Ma suddetto accordo, pur con l’apprezzamento della Giunta di Governo, metterebbe davvero il personale al sicuro da eventuali rischi?

Cosa impedirebbe a questo governo o a quello successivo di infischiarsene dell’accordo?

Allora perché, visto che c’è un DDL di modifica di alcuni articoli della finanziaria che, tra l’altro, dovrebbe prorogare i termini di presentazione delle istanze di pensionamento, non richiamare l’accordo nel DDL?

Nel DDL avrebbe potuto essere inserita, ad es., una formula del tipo: la revocabilità delle istanze di prepensionamento avverrà secondo i criteri stabiliti nell’accordo che verrà stipulato tra Aran e sindacati.

Questo sarebbe stato già diverso.

Si è dimesso l’assessore Leotta. Stanco di viaggiare? ….. Pronto Pistorio.

“Ho inviato una lettera al presidente in cui ho comunicato le dimissioni – dice Leotta all’Ansa -. Sono stanco, dopo il crollo del pilone sulla A19, andare e venire da Siracusa è diventato complicato, ho una certa età e anche la difficoltà del viaggio hanno influito sulla mia decisione. Lascio con il rammarico di non esser riuscito a completare la riforma delle Province – conclude – che è stata impallinata dal voto dell’Ars. Quella riforma avrebbe consentito il rilancio delle Province e restituito speranza ai dipendenti”.

Certo è che neppure l’accordo Aran-sindacati sulla revocabilità dell’istanza di pensionamento per il quale si era impegnato l’assessore Leotta che aveva predisposto apposita direttiva, non è stato ancora ratificato dalla Giunta.

Ecco cosa scrive il senatore del partito democratico Pietro Ichino a proposito della sentenza della Corte Costituzionale sul blocco dei contratti. Non esiste alcun “diritto al contratto”

IchinoTratto dal sito di Pietro Ichino http://www.pietroichino.it/

LA SENTENZA DELLA CONSULTA NON OBBLIGA LO STATO A CONTRATTARE
Nel mio editoriale telegrafico dell’8 giugno scorso spiego che sopprimere un divieto di contrattazione nel settore pubblico non implica certo il sorgere di un obbligo: il principio contrattualistico implica che ciascuna delle parti è libera anche di non contrattare: che quindi non esiste alcun “diritto al contratto”.


Chi è Pietro Ichino? (biografia)

Pietro Ichino (Milano, 22 marzo 1949) è un giurista, giornalista e politico italiano. Già deputato dal 1979 al 1983 come indipendente eletto nel Partito Comunista Italiano e senatore dal 2008 al 2013 eletto nel Partito Democratico, è senatore eletto nella circoscrizione Lombardia nella lista Con Monti per l’Italia e docente ordinario di Diritto del lavoro nell’Università degli Studi di Milano. A febbraio 2015, ritorna nel PD di Matteo Renzi.

La Consulta ha deciso. È incostituzionale il blocco degli stipendi dei dipendenti pubblici ….ma non troppo!

È costituzionale bloccare tutti gli stipendi della pubblica amministrazione per salvare i conti dello Stato, senza distinguere tra chi prende 16mila euro lordi l’anno – per esempio, un usciere della Farnesina – e chi, nello stesso ministero, ne porta a casa 72 mila come un consigliere d’ambasciata, o 93 mila come un ministro plenipotenziario, o 108 mila come un ambasciatore? E’ rispettoso della Costituzione rinnovare automaticamente tale blocco di anno in anno, da una legge di stabilità all’altra, continuando a tartassare i più tartassati senza cercare di redistribuire i sacrifici o trovare introiti alternativi per le casse dello Stato?

Secondo la Corte Costituzionale la norma è illegittima ma non per il passato. Dunque la pronuncia della Corte non ha effetto retroattivo. I giudici della Consulta hanno disinnescato quella che poteva rappresentare una bomba per i conti pubblici.

In Sicilia ci sono soldi solo per una settimana. Si possono pagare gli stipendi e poco altro (fonte blogsicilia)

EuroPace fatta sì con i renziani, col governo dialogo aperto ma vertice di maggioranza aggiornato a venerdì e il governo nazionale ci dia i soldi promessi.

Ancora un “tutto a posto ma nulla di fatto” nelle dinamiche politiche regionali con un governatore che la spunta sugli alleati, ottiene una pace armata, lì’ennesima, e ricomincia subito a punzecchiare.

“Occorre coinvolgere di più il governo nazionale rispetto all’urgenza delle risposte da dare per il risanamento finanziario a partire dal riconoscimento dei 350 milioni ancora non ratificati e delle misure urgenti per i disoccupati e i formatori.

Grecia al verde, nel mirino ricchi e aziende. Nessun taglio a stipendi e pensioni

Grecia al verde. Nessun taglio a stipendi e pensioni
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L’accordo ancora non c’è, ma i progressi questa volta sembrano reali e potrebbero spianare la strada ad un’intesa in settimana. Pur essendo arrivate tardi, tanto che ne le istituzioni ne l’Eurogruppo hanno potuto esaminarle, le nuove proposte greche sono viste come una buona base su cui lavorare. Servirà quindi, a giorni, un altro Eurogruppo e una nuova consultazione tra i leader della zona euro, che si stanno chiarendo in serata con Tsipras senza prendere decisioni.

Il nuovo documento, ha spiegato il ministro dell’Economia greco Giorgios Stathakis, contiene nuove tasse sui ricchi e classe media (si parte da 30.000 euro annui) e sulle aziende, un aumento dell’Iva su alcuni prodotti – elettricità esclusa – ma non ulteriori tagli a pensioni e stipendi pubblici, come volevano le istituzioni.

Pensioni. Siglato l’accordo sulla revocabilità dell’istanza di prepensionamento

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Intesa tra governo e sindacati per lasciare prima il lavoro: evitato il rischio di finire esodati, la domanda potrà essere revocata.

Intesa tra governo e sindacati per lasciare prima il lavoro: evitato il rischio di finire esodati, la domanda potrà essere revoca Arriva la firma dell’intesa da parte di Fp Cgil, Cisl Fp, Uil Ppl, Sadirs, Siad, Ugl e Dirsi. Solo i Cobas non hanno partecipato per protesta all’incontro che si è tenuto all’Aran.