Il ministro della Funzione pubblica. Smartworking nella Pa, il 30% dei dipendenti pubblici continuerà a lavorare da casa

È ora di rientrare. Dopo il 90% di dipendenti pubblici in smartworking nella fase acuta, gli uffici della Pubblica amministrazione si stanno via via ripopolando. Dopo il 4 maggio, come previsto anche dal decreto Rilancio, «al fine di assicurare la continuità dell’azione amministrativa», si prevede la «progressiva riapertura di tutti gli uffici pubblici» con il ritorno in sede di molti dipendenti. Rientro che prevede ancora presenze contingentate e limitate alle attività non svolgibili da remoto.
Ecco perché, dice la ministra Fabiana Dadone, «l’obiettivo è quello di mantenere l’esperienza del lavoro agile in una percentuale del 30% dei lavoratori». Tutti gli altri torneranno in ufficio, anche se con ingressi scaglionati e secondo una turnazione decisa in autonomia dalle singole amministrazioni. Ma almeno fino alla fine dell’anno una parte dei dipendenti pubblici potrà continuare l’esperienza del lavoro agile, in attesa, promette la ministra di «farlo diventare strutturale».

Il ministro della Funzione pubblica replica a Ichino: «Smart working? Parole irrispettose. In ufficio uno su tre»

La titolare della Funzione pubblica replica a Ichino che aveva parlato di vacanze pagate: «Gli uffici non hanno mai chiuso». Le persone esentate dal servizio? «Una percentuale residuale».


Ichino: «Lo smart working? Per molti dipendenti è stata vacanza»

Il caso Cassa integrazione. La verità di Vindigni

Il caso ha fatto rumore ed è stato per giorni al centro delle cronache: ora Giovanni Vindigni, ex dirigente regionale finito nell’occhio del ciclone per la vicenda Cassa integrazione in deroga, ha deciso di parlare e raccontare la sua versione dei fatti. Lo fa tramite il suo legale, Antonia Brancaforte, che spiega come le dimissioni dell’ormai ex dirigente generale del dipartimento Lavoro, rassegnate il 6 maggio, siano state il risultato di una “serenità lavorativa” compromessa a causa di una “attribuzione di responsabilità al dottor Vindigni, da parte della stampa, delle tv, dei network e, conseguentemente, della ordinaria opinione pubblica e politica”.

Burocrazia: Il vero problema non è la cosiddetta paura della firma (su provvedimenti “azzardati” richiesti dall’organo politico), bensì la paura delle conseguenze (rimozione dall’incarico) per la mancata firma (tratto da luigioliveri.blogspot.com)

Vi segnalo la lettura integrale dell’articolo (il link lo trovate in fondo alla pagina) da cui ho estrapolato i punti salienti.
Scrive Oliveri:
Da giorni si assiste al per molti versi incredibile dibattito sulla cosiddetta “amministrazione difensiva” o “paura della firma”, volto ad eliminare la responsabilità contabile per colpa grave e a sostanzialmente ridurre a mera ipotesi astratta il reato d’abuso d’ufficio.
Non è evidentemente chiaro ai fautori di questa, che viene a torto considerata una misura di “semplificazione” della burocrazia (è evidente che non semplifica nulla, ma crea solo spazi di impunità), che oltre al problema dell’amministrazione difensiva, che esiste ma in misura molto minore di quanto non venga rappresentato, esiste il ben più grave problema della paura di non firmare, pena conseguenze sull’incarico rivestito.
Si tratta di situazioni nelle quali l’organo politico o di indirizzo preme per soluzioni amministrative urgenti e spesso, eufemisticamente “azzardate”, mentre l’organo tecnico competente ad adottare il provvedimento evidenzia le situazioni di illegittimità e di connesse responsabilità (dalla penale all’amministrativo contabile) connesse all’adesione di simili scelte “azzardate”.

Chi preme per quelle scelte non accetta le indicazioni normative che ingiungono al dirigente o al funzionario di adottare soluzioni legittime e diverse; quel dirigente o funzionario viene, quindi, tacciato di avere “paura della firma” o di trincerarsi dietro la “amministrazione difensiva”.

Se molte, troppe volte, si assiste a fatti corruttivi, a gestioni fallimentari, a buchi di bilancio, ad appalti trascurati, a contributi assegnati senza alcuna utilità, ad incarichi di consulenze ingiustificabili, ad incarichi dirigenziali oltre i presupposti, i limiti numerici e persino a chi non abbia i requisiti soggettivi minimi (e l’elenco potrebbe continuare), è proprio perché molto diffusa è non certo la “paura della firma”, bensì all’opposto la “paura per la mancata firma” su atti platealmente illegittimi.
La mancanza della paura della firma di atti illegittimi è spessissimo indotta dallo scriteriato spoil system all’italiana, mercè il quale tantissimi dirigenti, funzionari e segretari comunali sono facilmente esposti alla pressione, se non al ricatto, di chi ha assegnato loro l’incarico, sicchè la sottoscrizione di atti che non dovrebbero mai essere adottati, costituisce troppo spesso atto di soggezione e vassallaggio considerato dovuto, per la paura di perdere il beneficio dell’incarico ottenuto.

Articoli correlati

L’amministrazione difensiva e abuso d’ufficio

L’amministrazione difensiva e abuso d’ufficio

Secondo l’art. 323 c.p.:

«1. Salvo che il fatto non costituisca un più grave reato, il pubblico ufficiale o l’incaricato di pubblico servizio che, nello svolgimento delle funzioni o del servizio, in violazione di norme di legge o di regolamento, ovvero omettendo di astenersi in presenza di un interesse proprio o di un prossimo congiunto o negli altri casi prescritti, intenzionalmente procura a sé o ad altri un ingiusto vantaggio patrimoniale ovvero arreca ad altri un danno ingiusto è punito con la reclusione da uno a quattro anni.

2. La pena è aumentata nei casi in cui il vantaggio o il danno hanno un carattere di rilevante gravità.»


L’amministrazione si difende

di Stefano Battini e Francesco Decarolis
Abstract

Una parte consistente del diritto amministrativo (e del diritto penale amministrativo) mira a contrastare il rischio che il funzionario amministrativo assuma, colposamente o dolosamente, decisioni o condotte orientate alla soddisfazione di un interesse particolare in luogo dell’interesse collettivo.

Molto più trascurata è invece una diversa preoccupazione, relativa al rischio che il funzionario amministrativo non assuma decisioni o condotte utili alla realizzazione dell’interesse pubblico, e ne assuma invece altre, o resti inerte, per timore che da quelle scelte possano derivare disutilità individuali.

Su questo fenomeno, noto come amministrazione difensiva, lo studio presenta due nuovi tipi di evidenze. La prima, basandosi su dati relativi alle polizze assicurative per responsabilità erariale offerte sul mercato italiano, mira a dimostrare l’esistenza stessa di questo fenomeno di cui molto si parla ma che resta alquanto elusivo. La seconda, combinando dati sull’interventismo della Corte dei conti con dati sulle tempistiche di indizione degli appalti di lavori pubblici, mira a quantificare gli effetti dell’amministrazione difensiva in un settore chiave per l’economia dell’azione amministrativa. Sulla base dei riscontri empirici presentati nello studio, si discutono alcuni possibili interventi regolatori utili per limitare i problemi generati da comportamenti difensivi dell’amministrazione pubblica.

Ichino: «Lo smart working? Per molti dipendenti è stata vacanza»

di Lorenzo Salvia

Lo smart working per i dipendenti pubblici? «Nella maggior parte dei casi è stata solo una lunga vacanza pressoché totale, retribuita al cento per cento». Non usa certo un tono diplomatico Pietro Ichino, giuslavorista e più volte parlamentare (PD e Scelta Civica), intervistato da Libero.

A suo giudizio, davanti all’emergenza del lockdown la strada da seguire doveva essere un’altra: «Si sarebbe potuto estendere a questi settori il trattamento di integrazione salariale», cioè la cassa integrazione che per i dipendenti pubblici non c’è, visto che il datore di lavoro è lo Stato. «E destinare il risparmio a premiare i medici e gli infermieri in prima linea, oppure fornire i pc agli insegnanti, costretti a fare la didattica a distanza con i mezzi propri». Secondo Ichino sarebbe utile se il «ministero della Pubblica amministrazione almeno fornisse un quadro attendibile di quanta parte dei dipendenti pubblici si è veramente attivata per fare smart working e quanta no».

Dal ministero della Funzione pubblica replicano così…..continua a leggere

Il prof. Sabino Cassese: troppo spesso negli uffici pubblici sono stati sistemati, senza regolari concorsi, aperti a tutti, clienti, consulenti, capibastone, fiduciari, preoccupandosi più della loro lealtà che della loro qualità

Il prof. Sabino Cassese: troppo spesso negli uffici pubblici sono stati sistemati, senza regolari concorsi, aperti a tutti, clienti, consulenti, capibastone, fiduciari, preoccupandosi più della loro lealtà che della loro qualità.

Nessuno in questi anni (compresi i due ultimi anni), si è preoccupato dei tre punti chiave di una buona gestione: selezione degli amministratori, disegno delle procedure, congegni diretti a motivare il personale.

Lavoro agile nella PA? Cosa occorre per renderlo davvero produttivo

tratto da luigioliveri.blogspot.com
Lavoro agile nella PA? Cosa occorre per renderlo davvero produttivo
Il Quotidiano Enti Locali del 18.5.2020 informa che secondo un’indagine di PromoPA la produttività nella PA nei mesi di smart working è calata del 30%.
Il lavoro agile fin qui è stato disposto in termini di emergenza ed in modo “raccogliticcio”. L’indagine non fa altro se non confermare quello che era facile immaginare: la carenza formativa e, soprattutto di mezzi.
Il messaggio da cogliere, sulla base dell’indagine di PromoPA, allora qual è? Il fallimento del lavoro agile?
E’ da sperare che non sia questo. Il lavoro agile, come dimostrano le ricerche in letteratura, esattamente al contrario consente maggiore produttivitià.
Ma, deve trattarsi di lavoro agile “vero”, svolto da dipendenti formati sulle competenze digitali, da parte di datori capaci di predisporre reti veloci e sicure, sulle quali far viaggiare piattaforme procedimentali operative e collaudate, organizzate su cloud, mediante sistemi di riconoscimento digitale dei dipendenti, dotati di pc, smartphone e connessioni internet potenti e performanti.

Il Dipartimento Agricoltura bandisce una selezione interna, per titoli, per il conferimento di 58 Posizioni Organizzative

Avviso pubblico di selezione interna per titoli, ai sensi degli artt. 19 e 20 del CCRL 2016-2018 del comparto non dirigenziale, rivolta ai dipendenti appartenenti alla Categoria “D” per il conferimento dell’incarico di 58 Posizioni Organizzative nell’ambito del Dipartimento.

La durata dell’incarico ai sensi dell’art. 20 del vigente CCRL, è di anni due e può essere rinnovato tacitamente, in assenza di una valutazione negativa.

Per quanto riguarda la retribuzione di ogni singola Posizione, si procederà secondo quanto previsto dal vigente CCRL 2016-2018 del comparto non dirigenziale e comunque si subordina la determinazione dell’entità dello stesso alla disponibilità del FoRD.
Il trattamento economico assorbe tutte le competenze accessorie e le indennità previste dal vigente CCRL compreso lo straordinario ad eccezione dei compensi previsti espressamente dal CCRL del comparto non dirigenziale ed è soggetto alle ritenute previdenziali, assistenziali ed erariali a norma di legge.
Il dipendente è tenuto ad osservare l’orario di lavoro di 36 ore settimanali e deve garantire la presenza oltre l’orario di servizio per esigenze connesse alle funzioni affidategli, senza compenso aggiuntivo per il lavoro straordinario.


Qualche considerazione a margine

La fonte normativa di riferimento relativamente al conferimento delle posizioni organizzative è il vigente CCRL, in particolare gli articoli 19, 20 e 21.

In base al comma 1 dell’art. 19 del CCRL “L’Amministrazione, sulla base del proprio ordinamento e in relazione alle esigenze, può conferire ai dipendenti appartenenti alla categoria “D”, nel limite del 10 per cento del contingente del personale di tale categoria effettivamente in servizio presso ciascuna struttura organizzativa sede di Contrattazione collettiva decentrata integrativa di cui all’art. 9″.

Non conosco l’organico dei funzionari del dipartimento Agricoltura. Per conferire 58 posizioni organizzative al dipartimento Agricoltura dovrebbero essere in servizio 580 funzionari.

In base al comma 3 del sopra citato art. 19, “L’importo della retribuzione di posizione varia da un minimo di € 1.500 ad un massimo di €2.500 annui lordi per tredici mensilità”.

L’importo non dovrebbe essere omnicomprensivo e non dovrebbe assorbire le competenze accessorie indennità e straordinario previste dal vigente CCRL. Il bando dovrebbe essere rettificato.

Via libera dalla Giunta ai dirigenti generali. Ecco tutti i nomi scelti

La Giunta regionale, riunitasi stasera nel Palaregione di Catania sotto la presidenza di Nello Musumeci, ha provveduto alle nomine dei direttori generali dei dipartimenti in scadenza.


Dipartimenti della Presidenza
Ufficio Legislativo e legale: Giovanni Bologna
Protezione Civile: Salvo Cocina
Affari Extraregionali: Maurizio Cimino
Autorità di certificazione dei programmi cofinanziati dalla Ue: Maria Concetta Antinoro
Ufficio speciale di Autorità di Audit dei programmi cofinanziati dalla Ue: Grazia Terranova

Assessorato dell’Agricoltura, dello Sviluppo rurale e della Pesca
Agricoltura: Dario Cartabellotta
Pesca mediterranea: Rosolino Greco, ad interim
Sviluppo rurale e territoriale: Mario Candore

Assessorato delle Attività produttive
Attività produttive: Carmelo Frittitta

Assessorato delle Autonomie locali e della Funzione pubblica
Funzione pubblica e del Personale: Carmen Madonia
Autonomie locali: Margherita Rizza

Assessorato dei Beni culturali e dell’identità siciliana
Beni culturali e dell’identità siciliana: Sergio Alessandro, in proroga

Assessorato dell’Economia
Autorità regionale per l’innovazione tecnologica: Vincenzo Falgares

Assessorato dell’Energia e dei servizi di pubblica utilità
Acqua e rifiuti: Calogero Foti
Energia: Salvatore D’Urso

Assessorato della Famiglia, politiche sociali e lavoro
Famiglia e politiche sociali: Rosolino Greco
Lavoro: Giovanni Bologna (interim)
Assessorato delle Infrastrutture e della mobilità
Infrastrutture: Fulvio Bellomo
Dipartimento tecnico: Salvatore Lizzio

Assessorato dell’Istruzione della Formazione
Formazione professionale: Patrizia Valenti
Istruzione e Università: Antonio Valenti

Assessorato della Salute
Pianificazione strategica: Mario La Rocca
Attività sanitarie e Osservatorio epidemiologico: Maria Letizia Di Liberti

Assessorato del Territorio e dell’Ambiente
Ambiente: Giuseppe Battaglia
Urbanistica: Rino Beringheli
Corpo Forestale: Giovanni Salerno

Assessorato del Turismo
Turismo, Sport e Spettacolo: Lucia Di Fatta