Statali, spuntano 3 miliardi per il rinnovo dei contratti

Il tavolo per il rinnovo dei contratti pubblici potrà partire. Il governo nella manovra stanzierà, per il prossimo triennio, 3 miliardi e 250 milioni di euro per gli aumenti contrattuali dei dipendenti pubblici. Una somma analoga, a carico dei rispettivi bilanci, la dovranno poi trovare anche Comuni e Regioni per incrementare le buste paga dei propri lavoratori. La notizia era nell’aria. L’aveva anticipata due giorni fa al Messaggero, il ministro della Funzione pubblica Giulia Bongiorno.

P.a., stretta sullʼassenteismo: presto impronte digitali per entrare in ufficio

Niente più cartellino per i dipendenti pubblici. Presto per entrare in ufficio, invece del classico “timbro”, i lavoratori statali dovranno “passare” le loro dita: i nuovi sistemi di controllo rileveranno le impronte digitali per farla finalmente finita con i “furbetti del cartellino”. Stretta sull’assenteismo e maggiore efficienza per la Pubblica amministrazione sono infatti gli obiettivi del disegno di legge messo a punto dal ministro Giulia Bongiorno, che arriva giovedì in Consiglio dei ministri.

P.a., addio cartellino old style

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P.a., addio cartellino old style

Verifica fisica della presenza per gli impiegati pubblici

di Luigi Oliveri

“Addio al cartellino vecchio stile nella pubblica amministrazione. Nel momento in cui il lavoratore accede ai locali e marca la presenza, dovrà essere riconosciuto personalmente, in modo che alla timbratura corrisponda l’effettiva presenza fisica. Ciò accadrà grazie a «sistemi di verifica biometrica dell’identità e di videosorveglianza» che saranno adottati «in sostituzione dei diversi sistemi di rilevazione automatica, attualmente in uso». A prevederlo è il cosiddetto disegno di legge concretezza, cioè la riforma della pubblica amministrazione voluta dalla titolare della Funzione Pubblica, Giulia Bongiorno, che sarà domani sera in consiglio dei ministri del testo definitivo, il quale presenta poche modifiche rispetto all’impianto elaborato a fine estate. Resta tuttavia il problema delle modalità di trattamento dei dati biometrici e la loro conservazione. Si richiede un’intesa col Garante per la protezione dei dati personali di non semplice ottenimento. L’altro problema non di poco conto è il costo complessivo. Gli strumenti di rilevazione ovviamente costano e l’impatto finanziario non sarà banale.”

Pensioni, ipotesi stop all’adeguamento delle aspettative di vita

Il Governo è al lavoro per trovare una formula che consenta di sterilizzare il criterio dell’aspettativa di vita nel calcolo per l’accesso all’assegno previdenziale. Un provvedimento che l’esecutivo punta a inserire già nella legge di Bilancio. Lo ha annunciato il ministro del Lavoro e dello Sviluppo Economico, Luigi Di Maio, che ha incontrato i rappresentanti dei lavoratori che hanno 41 anni di contributi ma che non possono andare in pensione perché non hanno raggiunto l’età di vecchiaia e si sono visti in questi anni crescere i contributi necessari per uscire indipendentemente dall’età.

Proprio per venire incontro (anche) a questi lavoratori penalizzati dalla riforma Fornero, Di Maio “ha dato mandato ai suoi tecnici di lavorare ad una soluzione da portare in legge di bilancio partendo anche da un’ipotesi di sterilizzazione dell’aspettativa di vita”.

Pensioni Pubblico Impiego: quota 100 entro il 2018? I numeri e l’impatto

tratto da lentepubblica.it

Pensioni Pubblico Impiego: quota 100 entro il 2018? I numeri e l’impatto

Pubblicato da lentepubblica.it il 22 ottobre 2018

Pensioni Pubblico Impiego: quota 100 entro il 2018? Ecco i numeri, alcune stime e le previsioni su quale impatto potrebbero avere in materia previdenziale per gli Statali.


Si aprono nodi sulle Pensioni anticipate del Pubblico Impiego con uscita a quota 100 che il Governo Conte ha intenzione di varare entro il 2018. qualche logica limitazione ci sarà. E’ nota quella dei 38 anni di contributi (62+38 si può, 63+37 no ad esempio). Sembra confermato che chi usufruirà di quota 100 non avrà però penalizzazioni sull’assegno pensionistico (come sottolineato dallo stesso Salvini).

Tuttavia la situazione potrebbe essere più complicata….continua a leggere

FAMP 2018: stop del COBAS/CODIR alle trattative all’ARAN se non verrà garantito un acconto di 10/12 a tutti

Palermo 23 ottobre 2018 – Finita poco fa, in tardo pomeriggio, con un “ni” la seduta di contrattazione all’ARAN Sicilia che avrebbe dovuto portare alla firma dell’accordo sul FAMP 2018, art. 89 comma 3 del C.C.R.L. Motivo dello stallo una presunta resistenza, da parte del governo regionale, a erogare un congruo acconto del piano di lavoro 2018 a tutti i dipendenti. Tale posizione è stata ritenuta, da subito, inaccettabile sopratutto perché a fine anno non si può pensare di cambiare le regole del gioco mentre si sta giocando. Il COBAS/CODIR, insieme agli altri sindacati, si è dichiarato pronto a rompere immediatamente le trattative e l’ARAN è corso ai ripari coinvolgendo l’assessore Grasso che si è dichiarata disponibile a redigere una direttiva chiara con la quale, l’ARAN, sarebbe stata autorizzata a firmare un accordo che prevedesse, appunto, l’erogazione dell’acconto rivendicato. La seduta, quindi, è stata aggiornata dall’ARAN in attesa di questa nuova direttiva (che arriverà in serata o domattina) e il COBAS/CODIR si è riservato di conoscerne i contenuti prima di dichiararsi disponibile o meno a firmare l’accordo FAMP 2018 fermo restando che “condicio sine qua non” deve essere, come minimo, la previsione di un acconto almeno uguale a quello dello scorso anno e un taglio lineare delle richieste di estrapolazioni extra-contrattuali non giustificabili. Seguiranno aggiornamenti.

La Segreteria Generale del Cobas/Codir. https://lnx.codir.it/site/it/?p=12007

Il diritto di accesso dei sindacati agli atti amministrativi

tratto da giurdanella.it

La giurisprudenza è dell’avviso che sussiste il diritto dell’organizzazione sindacale ad esercitare il diritto di accesso per la cognizione di documenti che possano coinvolgere sia le prerogative del sindacato quale istituzione esponenziale di una determinata categoria di lavoratori, sia le posizioni di lavoro di singoli iscritti nel cui interesse e rappresentanza opera l’associazione.

Infatti detta sfera di legittimazione non può tuttavia tradursi in iniziative di preventivo e generalizzato controllo dell’intera attività dell’amministrazione datrice di lavoro, sovrapponendosi e duplicando compiti e funzioni demandati ai soggetti istituzionalmente ed ordinariamente preposti nel settore di impiego alla gestione del rapporto di lavoro. Tale preclusione è espressamente codificata all’ art. 24, comma terzo, della legge n. 241/1990, nel testo novellato dall’ art. 16 della legge n. 15/2005, in base al quale “non sono ammissibili istanze di accesso preordinate ad un controllo generalizzato dell’ operato delle pubbliche amministrazioni”. Pertanto, la domanda di accesso, ancorché esplicata in esercizio della prerogative dell’ organizzazione sindacale soggiace al filtro dell’esistenza di un interesse diretto, concreto e attuale corrispondente ad un situazione giuridicamente tutelata che trovi collegamento nel documento che si vuole conoscere….continua a leggere

Mobilità, Grasso contro i sindacati “Nessuno stop, solo più tempo”

“Nessuno stop alla mobilità dei dipendenti, ho solo concesso altro tempo al confronto con le organizzazioni sindacali”. Lo dice l’assessore regionale alla Funzione pubblica, Bernadette Grasso che aggiunge: “Occorre provvedere alla mobilità straordinaria per rafforzare quei dipartimenti in affanno; uno di questi è il Dipartimento delle Attività produttive che, oltre ad accelerare la spesa, consentirà anche di dare ossigeno all’economia dell’Isola mediante il supporto alle imprese siciliane”.

Liquidazione saldo piano di lavoro 2017

Si è appreso, informalmente, che l’OIV (Organismo Indipendente di Valutazione) avrebbe validato la Relazione annuale sulla Performance 2017. Ciò dovrebbe consentire, a breve, la liquidazione del saldo piano di lavoro al personale del comparto non dirigenziale e l’indennità di risultato dei dirigenti relativamente all’anno 2017.
Per quanto sopra, considerato che la dirigenza ha, comunque, percepito regolarmente….continua a leggere

Boeri: assegno ridotto del 21% a chi anticipa la pensione a 62 anni

Un lavoratore che decidesse di andare in pensione con quota 100 a 62 anni e 38 di contributi, in anticipo di cinque anni rispetto all’età di vecchiaia, potrebbe dover rinunciare a circa il 21% rispetto all’assegno che avrebbe preso a 67 anni. Lo ha detto il presidente dell’Inps Tito Boeri in una audizione alla Commissione Lavoro della Camera. Il presidente dell’Inps a proposito dell’assegno potenziale che si potrebbe percepire con quota 100 ha fatto l’esempio di una retribuzione media di un dipendente pubblico di 40.000 euro lordi l’anno e una pensione attesa di 30.000 euro in uscita nel 2019. «Se il calcolo è interamente retributivo fino al 2011 e poi contributivo – ha detto – uscendo cinque anni prima si rinuncia a circa 500 euro al mese (lordi) che si sarebbero presi uscendo a 67 anni. In pratica a 67 anni si prenderebbe una pensione da 36.500 euro ma avendo versato contributi per altri cinque anni.