Referendum trivelle, Crozza: “Sapete cosa vi dico? Io ci vado eccome a votare domenica”. Video da guardare assolutamente!!!

Referendum trivelle - Crozza
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Ormai, con gran parte dei giornalisti che usano la lingua anziché per parlare, per analizzare, per commentare, per denunciare, la usano per leccare (citazione di Marco Travaglio), l’informazione più obiettiva ci viene dalla satira politica.

Ecco, in sintesi, cosa dice Crozza:

“Questa volta è complicato, bisogna studiare per capire, ma andrò a votare per tre motivi“. Il monologo di Maurizio Crozza nel suo Paese delle Meraviglie (La7) è dedicato al referendum sulle trivelle del 17 aprile. “Una cosa è certa – dice Crozza – qualunque cosa io abbia deciso comunque vado a votare per tre motivi. Primo: è un mio diritto. Secondo: è un mio dovere. Terzo: Renzi ha detto di non farlo“. “Ma perché questo referendum fa così paura?”, si chiede il comico genovese che aggiunge: “Perché ci si è messo anche Napolitano, il nostro Presidente emerito.

Come se Ratzinger, il Papa emerito, invitasse a non andare a messa”

Video da guardare e condividere.

Audizione della Corte dei Conti all’Ars. I magistrati censurano duramente l’operato del governo regionale e nazionale

Provence spesa record per i dipendenti
Giornale di Sicilia del 15 aprile 2016

Audizione all’Ars della Corte dei Conti.

I magistrati contabili parlando del caos delle Province, sono tornati a puntare il dito contro il mancato trasferimento di tributi che spetterebbero alla Sicilia ma che lo Stato continua a trattenere. Mentre la Regione è sull’orlo del default.

i magistrati contabili sollevano dubbi anche dal punto di vista occupazionale. La proposta, approvata in Finanziaria, di incentivare i Comuni che stablizzeranno i precari e di penalizzare quelli che non assumeranno pur avendo i Fondi per farlo, “introduce – scrive la Corte – un significativo e peculiare elemento di novità nelle priorità assunzionali dei comuni, certamente non privo di conseguenze nell’ipotesi – ampiamente realizzatasi in ambito nazionale – di ricollocazione del personale in esubero”. In parole povere, queste stabilizzazioni “forzate” nei Comuni rischiano di togliere dei posti eventualmente disponibili per la ricollocazione dei dipendenti delle Province che risulteranno in esubero. “Ulteriori elementi di incertezza, – prosegue la relaizone, censurando nuovamente la Regione – a questo riguardo, sembrano scaturire anche dalla mancata definizione del quadro complessivo delle funzioni”.