50 costituzionalisti presentano un documento contro la riforma costituzionale

Riforma costituzioneIl documento ‘contro’ la riforma costituzionale promosso da una cinquantina di giuristi, è firmato da alcuni dei più importanti e noti costituzionalisti italiani. Oltre a Valerio Onida ed Enzo Cheli, lo hanno sottoscritto tra gli altri Gustavo Zagrebelsky, Francesco Paolo Casavola, Lorenza Carlassare, Ugo De Siervo, Gianmaria Flick, Paolo Maddalena, Franco Bile, Luca Antonini, Antonio Baldassarre, Franco Gallo, Fulco Lanchester, Fernando Santosuosso.

Il documento esprime preoccupazione perché il testo della riforma, «ascritto a una iniziativa del governo, si presenta ora come risultato raggiunto da una maggioranza (peraltro variabile e ondeggiante) prevalsa nel voto parlamentare anziché come frutto di un consenso maturato fra le forze politiche; e che ora addirittura la sua approvazione referendaria sia presentata agli elettori come decisione determinante ai fini della permanenza o meno in carica di un governo». Questo perché «la Costituzione, e così la sua riforma, sono e debbono essere patrimonio comune il più possibile condiviso, non espressione di un indirizzo di governo e risultato del prevalere contingente di alcune forze politiche su altre». Inoltre «l’obiettivo di un superamento del cosiddetto bicameralismo perfetto, è stato perseguito in modo incoerente e sbagliato perché il nuovo senato risulta «estremamente indebolito, privo delle funzioni essenziali per realizzare un vero regionalismo cooperativo».

Ma che esagerati questi francesi. Non ne vogliono sapere proprio di accettare il jobs act

Protesta in FranciaSessantamila in piazza a Parigi. Tre poliziotti sono gravi. I disordini più pesanti a Rennes dove le forze dell’ordine hanno caricato i manifestanti e sparato gas lacrimogeni.

È un vero e proprio bollettino da guerra civile quello comunicato dal ministro dell’Interno, Bernard Cazeneuve, al termine della quarta giornata di mobilitazione contro la riforma del codice del Lavoro in Francia. la polizia ha dovuto procedere a 124 fermi tra casseurs e facinorosi che si sono introdotti nei cortei pacifici per seminare violenze e disordini. Ventotto sono gli agenti feriti di cui tre in condizioni gravi.

Breve commento

Certo che questi francesi sono un popolo veramente strano.
Non riescono a capire la bontà del jobs act grazie al quale l’Italia è uscita dalla crisi eliminando debito pubblico e disoccupazione con relativo abbassamento della pressione fiscale e l’incremento della spesa sanitaria per favorire la prevenzione.
Sicuramente la Francia sconta il fatto di non avere un premier superlativo come il nostro Renzi, supportato da un ministro per le riforme, che ha spiegato passo passo le riforme che daranno ricchezza e prosperità al nostro paese.

Enti regionali e Camere di Commercio. Si può andare in pensione in anticipo

PREPENSIONAMENTI NEGLI ENTI
Giornale di Sicilia del 28 aprile 2016. Per scaricare l’articolo dal sito dell’Ars, clicca sopra l’immagine

Il Parlamento regionale ha varato appena tre dei 24 articoli che compongono la Finanziaria bis.

Il primo è quello che dà il via libera ai prepensionamenti anche negli enti pubblici «sottoposti a vigilanza della Regione»: Eas, Esa, Irsap, istituti e agenzie varie solo per fare qualche esempio. Si potrà lasciare l’impiego con i requisiti in vigore prima della riforma Fornero, esattamente come è stato deciso l’anno scorso per i dipendenti degli assessorati regionali.

La stessa chance viene offerta ai dipendenti delle Camere di Commercio purché assunti prima dell’aprile 1995. Prima che la Fornero cambiasse tutto si poteva andare in pensione a 65 anni di età o 40 di servizio. La riforma Fornero ha invece obbligato ad andare in pensione con almeno 66 anni e 3 mesi di età anagrafica o 42 di servizio. Ma soprattutto la Fornero ha abolito un’altra possibilità che ora tornerebbe seppure temporaneamente: si potrebbe andare in pensione col sistema delle quote. In pratica se la somma dei due valori (età e anzianità di servizio) farà 97, si potrà lasciare l’ufficio indipendentemente da quale dei due valori sia più alto quindi anche se si ha meno di 65 anni. Alla Regione in 4.500 stanno andando via: a scaglioni lasceranno entro il 2020. Ma si stanno cumulando gravi ritardi nell’erogazione degli assegni di quiescenza. Per questo motivo ieri è stata approvata una norma che garantisce prestiti a chi è andato in pensione: la Regione anticiperà il 90% delle somme attese a titolo di Tfr, l’ex dipendente rimborserà il prestito con la cessione del quinto della pensione al Fondo Pensioni. Per i dipendenti rimasti in servizio è possibile un prestito pari a 20 mila euro per ciascun figlio: somme che devono essere destinate agli studi universitari.

Pagamenti fermi, niente stipendi per 25 mila precari siciliani

Precari senza stipendio
Giornale di Sicilia del 28 aprile 2016. Per scaricare l’articolo dal sito dell’Ars, clicca sopra l’immagine

I circa 15 mila contrattisti degli enti locali sono solo una delle tante categorie che in questi giorni sta protestando perchè la busta paga non arriva: ci sono anche i circa 2.800 Pip di Palermo, i 6 mila Asu della Regione, qualche centinaio di dipendenti delle partecipate e degli enti regionali. È una platea di circa 25 mila persone che si muove in pressing verso i palazzi della Regione.

Il decreto sulla trasparenza della PA fa tesoro delle obiezioni sollevate da Anac e Consiglio di Stato

Trasparenza. Silenzio rifiuto
Il Sole 24 Ore del 21 aprile 2016. Per scaricare l’articolo dal sito dell’Ars, clicca sopra l’immagine

Il decreto sulla trasparenza della Pubblica amministrazione fa tesoro delle obiezioni sollevate da Anac e Consiglio di Stato e punta a semplificare le istanze dei cittadini, cancellare il silenzio-rifiuto e tagliare i costi a carico di chi presenta la richiesta.