La dirigenza? Che sia assoggettata interamente alla politica
L’Anci ha inviato al ministro della funzione pubblica, Maria Anna Madia, una nota interpretativa, che in realtà consiste nell’indicazione di come i sindaci vorrebbero venisse attuata la riforma della dirigenza.
L’Anci, in sostanza, chiede la creazione di una fortissima dipendenza dei dirigenti pubblici dalla politica, la quale potrà, ma soprattutto, intende essere dotata di un potere pieno, «discrezionale» e, dunque, sostanzialmente insindacabile di scegliere (o lasciare a casa) il dirigente che più risulti gradito (o sgradito).
È una chiara risposta all’orientamento della giurisprudenza costituzionale consolidatosi dopo il 2007, allorché la Consulta ha considerato l’incostituzionalità di norme tendenti a precarizzare la dirigenza, rendendola sottomessa a logiche di appartenenza politica e vicinanza partitica, tali da comprometterne l’autonomia e la professionalità.