Pensioni. Il governo pensa a un mutuo per uscire prima dal lavoro

Il Fatto Quotidiano del 20 aprile. Un mutuo per uscire prima dal lavoro
Il Fatto Quotidiano del 20 aprile 2016

Il governo inizia a ragionare su come facilitare l’accesso dei più giovani al mondo del lavoro operando sull’uscita accelerata dei pensionandi. Si tratta di una pensione anticipata pagando quel che manca dei contributi con un prestito della banca e mettendo il Tfr in garanzia. In questo modo si darà la possibilità ai lavoratori di andare in pensione fino a quattro anni prima del previsto. Il lavoratore inizierebbe ad incassare da subito un assegno ridotto per poi restituirlo a partire dal giorno in cui va in pensione. Un’ipotesi quella del fondo pensionistico che palazzo Chigi giudica la più ragionevole.

Tagli alla sanità. Cala l’aspettativa di vita. Italia fra ultimi Paesi Ue in spesa per prevenzione

Nel 2015 la speranza di vita per gli uomini è stata 80,1 anni, 84,7 anni per le donne. Sono i dati del rapporto Osservasalute, curato dall’osservatorio sulla Salute delle Regioni. Walter Ricciardi, coordinatore del report: “Le analisi confermano il trend in diminuzione dei finanziamenti pubblici, le esigue risorse destinate alla prevenzione e le persistenti iniquità che assillano il Paese”.

Grillo: “Davigo è contro corrotti, non contro governo. Se coincidono non è colpa sua” (fonte: fanpage.it)

GrilloAnche Beppe Grillo dice la sua sulle polemiche scatenate dalle dichiarazioni di ieri del neopresidente dell’Anm, Piercamillo Davigo. “Il giudice Davigo non è contro il governo, è contro i corrotti”, ha scritto il leader del Movimento 5 stelle su Twitter, aggiungendo che “se le cose coincidono la colpa non è di Davigo”. Il tweet rimanda a un post sul suo blog dove spiega meglio la sua posizione. continua su: http://www.fanpage.it/grillo-davigo-e-contro-corrotti-non-contro-governo-se-coincidono-non-e-colpa-sua/

Il numero dei dipendenti regionali? C’è eccedenza o c’è carenza a seconda della convenienza. Urge la pianta organica

Burocrazia lumaca negli uffici della regione 1Iter farraginosi, ritardi nei finanziamenti, l’immancabile e cronica carenza di personale. Una serie di zavorre per la burocrazia siciliana che finisce per frenare lo sviluppo dell’Isola.

Perché per un’autorizzazione ambientale quasi mai gli uffici riescono a rispettare i 30 giorni previsti per la conclusione del procedimento, così come una concessione demaniale arriva quasi sempre in ritardo e persino ottenere l’autorizzazione a girare un film diventa complicato. Così la burocrazia lumaca affossa la Sicilia.

In questo articolo (che trovi qui), sempre del Giornale di Sicilia, a proposito delle cose che non funzionano in Sicilia, viene riportata la dichiarazione di Faraone alla Leopolda sicula, secondo cui è impensabile che nella Regione col numero più alto di dipendenti i musei rimangano chiusi.

Ma, di esempi, ne abbiamo quanti ne vogliamo (Leggi qui)

Chi critica Davigo? Quando una verità ovvia e banale scatena queste reazioni, diventa doveroso capire il perché

MicromegaPessimo, pessimo, pessimo Cantone (inteso come Raffaele Cantone, il magistrato di renziana predilezione, investito dal premier del cruciale incarico di presidente dell’Autorità nazionale anti corruzione”) che ha lanciato un’intemerata contro Piercamillo Davigo al grido di “dire che tutto è corruzione significa che niente è corruzione”. E pessimissimo Giovanni Legnini, plurisenatore Pd e plurisottosegretario, fortissimamente voluto da Renzi alla vicetesta del Consiglio superiore della Magistratura (a presiederlo, di diritto ma di fatto solo in circostanze eccezionali, è il Presidente della Repubblica) che ha bollato le parole di Davigo con un “rischiano di alimentare un conflitto di cui la magistratura e il Paese non hanno alcun bisogno”.

Quali parole false, diffamatorie, oscene, violente aveva infatti pronunciato l’ex magistrato di Mani pulite, da qualche giorno presidente dell’Associazione nazionale magistrati, da giustificare questo corale stracciarsi di vesti istituzionale?

Nino Di Matteo. Da Davigo “Parole chiare, coraggiose, la stragrande maggioranza dei magistrati la pensa così”.

Nino Di MatteoIl pubblico ministero del processo Stato-mafia riprende le parole di Piercamillo Davigo sui politici che “continuano a rubare e non si vergognano”, sulle difficoltà nelle indagini. Le definisce: “Parole chiare, coraggiose, la stragrande maggioranza dei magistrati la pensa così”. E rilancia: “Nei pochi casi in cui si riesce ad acquisire la prova di quei fatti di reato, tutti gli sforzi vengono mortificati dal sistema della prescrizione, che non si riesce a riformare”.

Nicola Gratteri: “Processi veloci? E’ Renzi che non ha i numeri. Le mie riforme mai arrivate in Parlamento” (Fonte: Il Fatto Quotidiano)

Il Fatto Quotidiano del 24 aprile-Intervista a Gratteri
Il Fatto Quotidiano del 24 aprile 2016.

Nicola Gratteri, pm anti-ndrangheta, appena promosso procuratore a Catanzaro, entra nella polemica su tangenti e politica sollevata da Davigo. “Mai discusso in aula il lavoro commissionato dal premier, norme che toccano centri di potere e manderebbero in galera molti colletti bianchi”.

Poi precisa la sua posizione rispetto alle dichiarazioni di Davigo. “È vero, ho detto che Davigo ha sbagliato, ma nella forma, non nella sostanza. Piercamillo è un provocatore intelligente, brillante, perbene e indipendente. Uno dei pochissimi che può permettersi di parlare. Provocatore nel senso che vuole smuoverci dall’apatia, aprire il dibattito sulle falle del sistema. Quando dico che ha sbagliato a generalizzare, intendo che ha dato modo a chi vuole parlar d’altro di attaccarlo, anziché rispondere nel merito. A ogni modo non ha bisogno di difensori, vista la sua storia professionale”.

Quindi concorda con Davigo sul fatto che, rispetto a Tangentopoli, la corruzione in politica non è diminuita?
La situazione è molto più grave rispetto a 20 anni fa, come documentano diverse indagini degli ultimi anni……continua a leggere

Chiude il Giornale di Sicilia?

Sciopero GdSVero è che il mondo della carta stampata è in crisi e che tante testate giornalistiche di prestigio a livello internazionale si sono trasferite sul web, ma, in questo caso, alla crisi potrebbero aggiungersi anche altre ragioni: la linea editoriale seguita negli ultimi anni non avrebbe trovato il gradimento dei lettori.

A mio avviso si è parlato troppo dei dipendenti regionali e poco dei veri problemi del paese e della Sicilia.

I lettori, ad esempio, sono disorientati da articoli che da un lato mettono in evidenza l’alto numero dei dipendenti rispetto ad altre regioni, e, dall’altro, parlano di croniche carenze di personale. Ciò ha determinato una emorragia di vendite e il conseguente calo della pubblicità.

Ovviamente, al personale poligrafico va tutta la mia solidarietà.

Burocrazia lumaca negli uffici della regione 1

Caro Davigo il vero problema sono gli italiani che non si vergognano di votare i politici che rubano

Il Tempo - I politi rubano
Il Tempo.it

Le cose, a mio avviso, sono due.

O è il Parlamento che è un ambiente diseducativo o gli italiani votano i politici sbagliati.

Ma vediamo come è iniziata la vicenda.

Come al solito tutto è partito dalle parole di Matteo Renzi che durante l’intervento al Senato per la replica del Governo nel dibattito sulle mozioni di sfiducia legate all’inchiesta petrolio ha attaccato i giudici di “mani pulite” criticando “la barbarie del giustizialismo” e sottolineando che “l’Italia ha conosciuto figure di giudici eroi ma ha conosciuto negli ultimi 25 anni pagine di autentica barbarie legata al giustizialismo. L’avviso di garanzia è stata una sentenza mediatica definitiva, vite di persone perbene sono state distrutte mentre i delinquenti avevano il loro guadagno nell’atteggiamento populista di chi faceva di tutto un erba un fascio”.

La risposta del neopresidente dell’Associazione nazionale magistrati non si è fatta attendere. Davigo a Renzi: “Prima di attaccare i giudici, cacci le mele marce”.
Poi in un’intervista Davigo ha rincarato la dose affermando quello che pensano tutti i cittadini onesti «I politici continuano a rubare, ma non si vergognano più».